CONTO TEST 1 Milione di Euro
Nel giugno del 2022, abbiamo deciso di avviare uno studio dettagliato sull’evoluzione temporale dell’equity line della strategia CFM, per monitorarne l’andamento su base settimanale anziché mesile (come avviene invece sul conto pilota da 25k, che però utilizza denaro reale).
Abbiamo quindi aperto un conto test (cioè un conto DEMO) da 1 milione di euro con Interactive Brokers, e abbiamo avviato una operatività proporzionata a quel capitale.
La prima scadenza utile è stata quella di settembre 2022, quindi alla scadenza del 18 agosto 2023 si è concluso il primo anno di lavoro (12 scadenze mensili lavorate).
Qui sotto, trovate il grafico del Net Liquidation Value del conto test con due periodicità:
– andamento settimanale fino a fine maggio 2023;
– andamento giornaliero dal 2 giugno 2023 ad oggi (il grafico viene aggiornato periodicamente, senza cadenza fissa).
Rendimento reale Vs rendimento atteso conto test
Il conto test di Interactive Brokers funziona a tutti gli effetti come un conto reale: le operazioni, seppure fittizie, vengono eseguite a prezzi di mercato e prevedono il pagamento di commissioni affini a quelle che si pagano nell’operatività reale.
È quindi possibile scaricare e archiviare rendiconti dettagliati e precisi, come quelli associati ai conti reali.
Ciò premesso, c’è però una differenza sostanziale tra l’operatività reale e quella simulata sul conto test: i prezzi di esecuzione possono essere sensibilmente diversi.
Infatti, posto che le proprie proposte di negoziazione non vengono inviate realmente al mercato, se ci si mette a prezzi interni allo spread denaro-lettera presente in book è difficile ottenere un eseguito, poiché non ci sono controparti che possano colpire i propri ordini.
Al contrario, se si colpisce il denaro e la quantità presente in book è sufficiente a soddisfare la propria proposta, l’ordine viene matchato immediatamente e considerato eseguito come se fosse reale.
Tutto questo impatta, ovviamente, sulla redditività effettiva rispetto a quella attesa.
La nostra esperienza empirica evidenzia che tra i premi incassati con l’operatività del conto test e quelli che i potrebbero ottenere in reale si ha uno scarto dello 0.25-0.30% su base mensile, quindi una differenza tra il 3 e il 3.6% annuo (sul capitale nominale di partenza).
Rischio di cambio
Operando su un conto denominato in euro, ma su strumenti sempre denominati in dollari, si ha inevitabilmente un rischio di cambio.
Nel primo anno di applicazione della strategia, il tasso di cambio ha decurtato la performance complessiva di circa 4.5 punti percentuali.
Premesso che non è facile coprire il rischio di cambio senza costi collaterali, si confida che tale rischio possa agire in modo trascurabile su un orizzonte temporale di medio-lungo termine (coerente con la strategia CFM), per via delle compensazioni tra i vari anni, e che dunque non rappresenti un problema significativo.
Ciononostante, in corso d’opera abbiamo deciso di sperimentare una tecnica tanto semplice quanto potenzialmente efficace: la conversione di metà del conto in dollari USA.
In questo modo, infatti, si neutralizza, almeno teoricamente, il problema delle fluttuazioni del cambio, riducendo il rischio al tasso di conversione finale rispetto a quello iniziale, laddove, ad una certa data futura, si decidesse di dismettere il conto.
Uno degli scopi del conto test è anche questo: monitorare l’impatto del tasso di cambio nel tempo.
Va detto, tuttavia, che IB remunera la liquidità (non utilizzata) al tasso di cambio ufficiale, quindi la parte del conto in euro viene remunerata interamente al tasso BCE, mentre la parte in dollari USA non allocata a posizioni azionarie assegnate viene remunerata al tasso FED. Questa remunerazione della liquidità dovrebbe compensare il rischio del tasso di conversione finale della valuta.