SMB Strategic Markets Bulletin
Il briefing settimanale sui mercati, con un focus strategico.
Il quadro macroeconomico USA della settimana del 16 giugno 2025 in sintesi
Sintesi settimanale macro USA: segnali di frenata e Fed più cauta
La settimana si è aperta senza eventi rilevanti lunedì 16, ma ha poi offerto una sequenza di dati cruciali per valutare lo stato dell’economia statunitense e le future mosse della Federal Reserve.
Martedì 17 giugno è arrivata una prima sorpresa negativa dalle vendite al dettaglio di maggio, in calo dello 0.9% su base mensile, peggio delle attese.
Il calo è stato guidato da una flessione marcata negli acquisti di auto (-3.5%), carburanti e materiali edili.
Tuttavia, il dato core retail, che esclude le componenti più volatili, ha mostrato un +0.4%, indicando una certa resilienza nei consumi discrezionali, con settori come e‑commerce, abbigliamento e articoli sportivi in crescita.
In sintesi, una fotografia contrastata: rallenta la spesa in beni durevoli, ma la domanda non si è spenta del tutto.
Mercoledì 18 è stata la volta del settore immobiliare, con due letture molto deboli.
I permessi di costruire sono scesi del 2%, toccando il livello più basso da giugno 2020, mentre le nuove costruzioni abitative (housing starts) sono crollate del 9.8%, registrando il minimo degli ultimi cinque anni.
La flessione è stata guidata dal comparto multifamiliare, penalizzato dall’aumento dei costi e dalle incertezze legate a inflazione, dazi e politica monetaria.
Il settore residenziale conferma così segnali di difficoltà, con impatti potenzialmente estesi su investimenti, occupazione e consumi.
Sempre mercoledì, nel tardo pomeriggio, si è tenuta la riunione del FOMC, culminata nella conferma dei tassi d’interesse nel range 4.25%–4.50%.
Tuttavia, il messaggio lanciato dalla Fed è stato più prudente del previsto.
Le nuove proiezioni economiche mostrano una revisione al rialzo dell’inflazione core PCE al 3.1% e al ribasso della crescita al 1.4%, con più membri del Comitato che non prevedono alcun taglio entro fine anno.
Il presidente Powell ha ribadito che la Fed “non è ancora pronta a tagliare”, mantenendo una posizione attendista ma flessibile, in attesa di segnali più chiari sulla discesa dell’inflazione.
Giovedì 19 e venerdì 20 giugno non sono stati pubblicati dati macro di rilievo, ma il quadro emerso durante la settimana è piuttosto chiaro: la crescita rallenta, soprattutto nei consumi e nel real estate, ma l’inflazione resta troppo alta per giustificare tagli immediati ai tassi.
Il mercato continua comunque a prezzare un primo intervento espansivo tra settembre e ottobre, a meno di improvvise sorprese dai prossimi dati estivi.
In merito alle fonti consultate per la redazione del quadro macro settimanale
Il calendario dei dati macro-economici della settimana è tratto dal sito Trading Economics, nel quale è possibile filtrare i dati per importanza e per periodo temporale.
Qui si riportano soltanto i dati a maggiore impatto sui mercati, ma ogni giorno ci sono variabili macro economiche che entrano in gioco sui mercati.
Se desiderate avere un quadro più completo dei dati rilasciati ogni giorno, visitate il sito citato poco sopra.
Per approfondimenti in merito ai commenti ai vari dati qui pubblicati, invece, si rimanda alle fonti indicate sotto ad ogni sezione dell’articolo.
Una analisi puntuale dei principali indicatori macro-economici della settimana scorsa
Lunedì 16 giugno
Nessun dato ad alto impatto sui mercati rilasciato oggi.
Martedì 17 giugno – Vendite al dettaglio USA: frenata inattesa, ma segnali contrastanti
Il rapporto di maggio ha mostrato una contrazione significativa, con le vendite retail in calo dello 0.9% su base mensile — il ribasso più accentuato da quattro mesi e più pronunciato delle attese (-0.7 %).
Il calo è stato guidato principalmente da acquisti di auto in forte ritracciamento (-3.5%), a fronte del rallentamento dell’“effetto dazio”, oltre a rincari nel settore benzine e materiale edilizio.
Tuttavia, il dato core retail — che esclude auto, carburanti, alimenti e materiali edili — ha registrato un +0.4%, suggerendo qualche residuo slancio nei consumi discrezionali.
Alcuni settori, come e‑commerce (+0.9%), abbigliamento (+0.8%), arredo (+1.2%) e articoli sportivi (+1.3%), hanno mostrato una performance positiva.
Il contesto macro è tutt’altro che banale.
L’ondata di acquisti anticipatori legati ai dazi si sta esaurendo, con consumatori che tornano a una spesa più normale.
I prezzi alla pompa più bassi e un clima meteorologico sfavorevole hanno ulteriormente pesato sui dati.
L’inflazione dei salari, però, resta robusta, sostenendo la spesa seppure in modo più selettivo.
In sintesi, le vendite al dettaglio di maggio segnalano una pressione sui consumi, guidata dal rallentamento nella spesa per auto e carburanti, ma il comportamento positivo del core retail suggerisce una domanda ancora resiliente.
Per la Federal Reserve, si tratta di un segnale aggiuntivo a favore di una politica monetaria paziente, che rimane però pronta a rispondere se la direzione della domanda dovesse continuare a indebolirsi.
Mercoledì 18 giugno – Permessi di costruire e nuove costruzioni abitative avviate: la grande frenata
Il dato preliminare di maggio dei permessi di costruire ha mostrato una contrazione del 2 % su base mensile, a 1393000 unità in termini annualizzati, il livello più basso da giugno 2020, secondo l’U.S. Census Bureau.
Il calo è stato guidato soprattutto dalle autorizzazioni di abitazioni unifamiliari (-2.7 %), mentre quelle multifamiliari hanno mostrato un lieve recupero (+1.4 %) .
Questo segnale anticipa in modo chiaro una potenziale frenata dei lavori edilizi nei prossimi mesi: i permessi sono spesso il primo anello della catena del nuovo costruire, e una loro contrazione riflette un ambiente in cui i costruttori sono sempre più cauti, frenati da input costs elevati e incertezze politiche.
Il dato relativo alle nuove costruzioni abitative, gli housing starts, di maggio ha evidenziato una flessione del 9.8 % rispetto al mese precedente, portando il ritmo annuo a 1256000 unità, il livello più basso in cinque anni.
La contrazione è stata generalizzata, ma i progetti unifamiliari hanno beneficiato di un piccolo incremento (+0.4 %, a 924000 unità), mentre i multifamiliari hanno subito un tracollo (-30 %).
Il calo è attribuibile a una combinazione di fattori ostili: costi elevati degli input, ipoteche costose (con i tassi a lungo ancora sopra il 6.5 %), più tariffe su acciaio, legname e alluminio e un eccesso di offerta immobiliare.
Di conseguenza, l’attività edilizia si ritira, mentre i costruttori, molti dei quali sono arrivati a tagliare i prezzi del 30–37 % per svuotare gli invenduti, si ritrovano sotto pressione.
Questi dati confermano una fase di rallentamento netto del comparto residenziale, che rischia di pesare sulla crescita degli investimenti, sull’occupazione legata al settore edile e indirettamente sui consumi di beni durevoli.
Per la Federal Reserve, il quadro rafforza la necessità di un approccio prudente alla politica monetaria: i tassi resteranno probabilmente nel range 4.25–4.50 %, con i mercati in attesa di segnali sul possibile inizio del percorso di tagli entro l’autunno.
In sintesi, i permessi in calo e il tracollo degli housing starts delineano un contesto di tensioni sul settore immobiliare, accentuato da dazi, costi crescenti e stagnazione della domanda: segnali che non possono passare inosservati, né sotto il profilo macroeconomico né per l’azione futura della Fed.
La Fed resta ferma, ma si irrigidisce il tono: tassi invariati, meno tagli in vista
Nella riunione del 18 giugno, la Federal Reserve ha lasciato invariato il tasso di riferimento nel range 4.25%–4.50%, ma è stato il quadro prospettico a dominare l’attenzione.
Le nuove proiezioni macroeconomiche pubblicate insieme alla decisione mostrano un cambiamento importante nell’orientamento del Comitato: rispetto alla riunione precedente, è cresciuto il numero di membri che non prevedono alcun taglio dei tassi entro la fine del 2025, saliti a 7 su 19.
La cosiddetta dot plot resta su una traiettoria prudente, indicando al massimo uno o due tagli nel corso dell’anno, ma segnala anche un crescente disaccordo interno.
Le previsioni aggiornate della Fed vedono ora una crescita economica più lenta (1.4%), un tasso di disoccupazione leggermente più alto (4.5%), e una inflazione core PCE in salita al 3.1%, livelli che rafforzano la narrativa di una politica monetaria ancora restrittiva.
Durante la conferenza stampa, il presidente Powell ha mantenuto un tono cauto, sottolineando come l’inflazione rimanga troppo elevata, e rimarcando la necessità di monitorare con attenzione gli effetti dei recenti dazi sulle catene di approvvigionamento e sui prezzi al consumo.
Powell ha ribadito che la Fed “non è ancora pronta a tagliare”, ma che restano aperti a muoversi più avanti nel corso dell’anno, se il quadro inflazionistico lo permetterà.
I mercati hanno reagito con moderata volatilità: il dollaro è rimasto stabile, i rendimenti dei Treasury sono saliti leggermente, e i future sui tassi hanno continuato a prezzare una probabilità crescente di un primo taglio tra settembre e ottobre.
Gli indici azionari hanno chiuso quasi invariati, con movimenti più evidenti nei settori più sensibili ai tassi d’interesse.
In sintesi, il FOMC di giugno rafforza l’idea di una Fed ancora molto attenta ai rischi inflazionistici, meno disposta ad anticipare tagli e più ancorata a una strategia attendista.
Per i mercati, il messaggio è chiaro: serviranno conferme concrete di disinflazione prima che la banca centrale dia il via libera a un allentamento monetario.
Fonti consultate:
U.S. Census Bureau
Investopedia
MarketWatch
Financial Times
Axios
Reuters
Reuters
Reuters
Reuters
Federal Reserve
Giovedì 19 giugno
Nessun dato ad alto impatto sui mercati rilasciato oggi.
Venerdì 20 giugno
Nessun dato ad alto impatto sui mercati rilasciato oggi.
Il punto sui mercati e sulla volatilità implicita
Volatilità in agguato, trend in esaurimento: prudenza tattica sui mercati.
VIX
La scorsa settimana ha confermato lo scenario di incertezza che da tempo caratterizza il mercato, traducendosi in una crescente tensione latente.
Tale contesto di aspettative non direzionali favorisce la formazione di una struttura tecnica potenzialmente pronta a sostenere un’espansione della volatilità implicita.
In questo quadro, la parola d’ordine rimane “prudenza”.
S&P – Segnali di esaurimento del trend
L’indice S&P 500 mostra chiari segnali di rallentamento, suggerendo la possibile conclusione del trend rialzista di breve periodo.
La recente dinamica ascendente, già contraddistinta da elementi tecnici atipici, appare ora vulnerabile.
L’attuale contesto tecnico invita alla cautela: l’adozione di strategie difensive o la temporanea uscita dalle posizioni long risulta coerente con i segnali emersi.
La chiusura dell’ultima seduta ha, infatti, evidenziato indicatori di rischio in progressiva attivazione.
Calendario macroeconomico USA di questa settimana
Lunedì 23 giugno
Vendite di case esistenti USA – maggio 2025
Nel pomeriggio verrà pubblicato il dato relativo alle vendite di case esistenti (existing home sales) per il mese di maggio, un indicatore chiave per valutare lo stato di salute del mercato immobiliare secondario statunitense.
Questo dato misura il numero annualizzato di abitazioni di proprietà già costruite vendute nel mese, e rappresenta quasi il 90% del mercato residenziale complessivo negli Stati Uniti.
È quindi un termometro affidabile per stimare la domanda immobiliare, l’impatto dei tassi ipotecari e l’andamento della fiducia dei consumatori.
Le attese degli analisti, secondo i sondaggi raccolti da Bloomberg e Trading Economics, puntano a una lieve ripresa rispetto ad aprile, quando le vendite erano scese a 4.14 milioni di unità su base annua.
Il consenso si posiziona tra 4.20 e 4.30 milioni, sostenuto da una modesta flessione dei tassi ipotecari e da segnali preliminari di stabilizzazione dei prezzi nelle aree metropolitane.
Tuttavia, permangono forti ostacoli: i mutui trentennali restano sopra il 6.5%, l’offerta disponibile rimane limitata e la pressione sui redditi reali non ha ancora generato un allentamento significativo delle condizioni di accesso alla prima casa.
Dal punto di vista dei mercati, un dato debole potrebbe rafforzare la narrativa di rallentamento ciclico e favorire una maggiore probabilità di taglio dei tassi da parte della Fed in autunno; viceversa, un dato in recupero rafforzerebbe il tema della “resilienza economica” e potrebbe ridurre le pressioni a favore di un allentamento imminente.
Martedì 24 giugno
Testimonianza del presidente della FED Jerome Powell
Martedì pomeriggio, Jerome Powell sarà ascoltato dalla Commissione per i Servizi Finanziari della Camera nell’ambito della tradizionale testimonianza semestrale al Congresso, prevista su due giorni.
Si tratta di uno degli appuntamenti più rilevanti della settimana per i mercati finanziari, perché offre spunti diretti sull’orientamento della politica monetaria e sulla valutazione dello stato dell’economia USA da parte della banca centrale.
L’evento assume una valenza particolare alla luce delle proiezioni macro e del dot plot pubblicati il 18 giugno, che hanno mostrato una Fed più cauta nel prefigurare tagli dei tassi: molti membri del FOMC non si attendono più alcuna riduzione entro fine 2025.
Powell sarà quindi chiamato a spiegare le ragioni di questa prudenza, soprattutto alla luce di un’inflazione in rallentamento e di alcuni segnali di debolezza nei consumi e nel settore immobiliare.
I mercati cercheranno indizi su tre fronti principali:
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Tempistica e condizioni per eventuali tagli dei tassi.
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Valutazione dell’impatto dei dazi sull’inflazione e sulla catena produttiva.
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Lettura della tenuta dell’economia reale, con focus su occupazione, consumi e credito.
Anche se raramente Powell fornisce svolte dirette o dichiarazioni market moving, il tono generale, la scelta dei termini e l’eventuale enfasi su determinati rischi possono influenzare sensibilmente le aspettative dei trader, soprattutto sui Fed Funds Futures e sul mercato obbligazionario a breve scadenza.
In sintesi, un appuntamento da monitorare non tanto per le dichiarazioni ufficiali, quanto per il linguaggio e le sfumature che potrebbero ricalibrare il sentiment degli investitori sul percorso dei tassi nei prossimi mesi.
Mercoledì 25 giugno
Testimonianza del presidente della FED Jerome Powell
Giovedì 26 giugno
Ordinativi di beni durevoli (maggio) e terza stima del PIL USA (Q1)
Ordinativi di beni durevoli
Il dato sugli ordinativi di beni durevoli rappresenta un importante termometro della spesa in beni strumentali e, più in generale, dell’attività manifatturiera e dell’investimento privato non residenziale.
Il focus principale sarà sugli ordinativi core (esclusi difesa e trasporti), che riflettono in modo più diretto la domanda industriale “reale”.
Secondo le attese raccolte da Bloomberg e Reuters, il consenso si orienta verso un aumento compreso tra lo 0.2% e lo 0.4%, dopo il +0.7% di aprile.
Tuttavia, gli analisti avvertono che la volatilità rimane elevata, specie nella componente trasporti (in particolare aerospazio), e che l’impatto dei dazi su input industriali come acciaio e componentistica elettronica potrebbe iniziare a riflettersi con maggiore chiarezza nel dato di maggio.
Un segnale di rallentamento sugli ordinativi core potrebbe rafforzare la narrativa di un ciclo degli investimenti in fase di normalizzazione, mentre un’accelerazione inattesa rischierebbe di complicare l’orientamento attendista della Fed.
PIL USA – terza lettura (Q1 2025)
La pubblicazione della terza stima del PIL del primo trimestre dovrebbe confermare la lettura preliminare, che ha indicato una crescita annualizzata del 1.3%, in rallentamento rispetto al 3.2% del trimestre precedente.
Gli aggiornamenti si concentreranno soprattutto sulle componenti della domanda, in particolare consumi e investimenti privati, oltre alla spesa pubblica.
Gli analisti seguiranno con attenzione eventuali revisioni alla spesa per consumi personali (PCE), considerata cruciale per la dinamica dell’inflazione.
Un dato confermato o leggermente rivisto al ribasso sarebbe coerente con il quadro macro disinflazionistico che la Fed sta cercando di validare, e potrebbe offrire ulteriore supporto all’idea di un primo taglio dei tassi entro l’autunno.
Venerdì 27 giugno
Redditi e spese personali (maggio) + Core PCE YoY
Redditi e spese personali
Il report mensile sul reddito personale e le spese al consumo è un tassello chiave per valutare la tenuta della domanda interna e la disponibilità reale di spesa da parte delle famiglie.
Secondo il consenso degli analisti, i redditi personali sono attesi in modesto aumento (+0.3–0.4%), riflettendo la crescita graduale degli stipendi e l’andamento ancora favorevole del mercato del lavoro.
Le spese personali dovrebbero crescere leggermente più lentamente (+0.2–0.3%), in linea con il rallentamento già emerso nel dato sulle vendite al dettaglio.
Il focus sarà su eventuali segnali di decoupling tra reddito disponibile e propensione al consumo: se le famiglie iniziano a frenare la spesa pur vedendo salire i redditi, potrebbe essere un primo campanello di allerta per i consumi futuri.
Nucleo prezzi PCE YoY
Il dato più atteso di giornata sarà il core PCE YoY, ovvero il tasso d’inflazione depurato da alimentari ed energia — la metrica di inflazione preferita dalla Federal Reserve.
Dopo il +2.8% di aprile, il consensus prevede una stabilizzazione o un lieve calo verso il 2.7%, confermando la traiettoria disinflazionistica avviata nei mesi precedenti.
Su base mensile, è atteso un incremento dello 0.2%, coerente con un quadro di raffreddamento graduale.
Un dato in linea o sotto le attese consoliderebbe le aspettative di un primo taglio dei tassi tra settembre e novembre, rafforzando la narrativa di una Fed sempre più orientata alla prudenza, ma con margini per un allentamento graduale.
Al contrario, una sorpresa al rialzo, soprattutto sul mensile, potrebbe riaccendere i timori di persistenza inflattiva, spingendo la banca centrale a posticipare l’inizio del ciclo di easing.
In sintesi, il PCE core è il vero market mover della settimana: sarà osservato con attenzione da Fed, analisti e investitori, come termometro della credibilità del processo disinflazionistico in atto.
Trading operativo: il portafoglio delle strategie di Erere
Non ci sono eventi particolari da segnalare nell’ambito del portafoglio strategie di Erere.
Variazioni marginali nei portafogli proprietari, nessuna nuova operazione sulla strategia Short Term Directional S&P500, trade tuttora in corso sulla strategia Triple Class Mean Reverting.
Oggi apriremo nuove posizioni nell’ambito della High Probability Naked Put Selling, scadenza di settembre; ricordiamo che questa operatività rientra nell’abbonamento QuantOptions Academy Pro.
Continuano gli studi sulle nuove strategie che porteremo sul sito durante l’estate.
Il focus settoriale della settimana
Settore energia sotto i riflettori: tra difensività, transizione e volatilità
Nella settimana del 23 giugno 2025, il comparto energia torna sotto i riflettori degli investitori, sospinto da una combinazione di fattori ciclici e strutturali.
Da un lato, l’aumento della volatilità implicita e l’incertezza macroeconomica stanno favorendo una rotazione verso settori difensivi, tra cui spiccano le utility tradizionali per la loro capacità di generare flussi di cassa stabili e relativamente insensibili al ciclo.
Dall’altro, le tensioni geopolitiche in Medio Oriente, in particolare sul fronte iraniano, hanno innescato nuove pressioni al rialzo sui prezzi di petrolio e gas naturale, alimentando timori su approvvigionamento e costi energetici per l’inverno.
Questo contesto valorizza le aziende attive nell’infrastruttura critica — reti elettriche, gasdotti, impianti di distribuzione — ma rilancia anche i temi legati alla transizione energetica.
Il rialzo dei prezzi delle fonti fossili rende infatti ancora più urgente l’accelerazione verso rinnovabili, accumulo energetico e soluzioni decarbonizzate.
Negli Stati Uniti, sono attese nuove linee guida dell’IRS sull’Inflation Reduction Act, mentre in Europa si discute un rafforzamento del Net-Zero Industry Act.
Entrambe le sponde dell’Atlantico convergono su target ambiziosi di investimenti pubblici in infrastrutture energetiche sostenibili.
Non solo. Le utilities stanno evolvendo: molte stanno diversificando verso soluzioni tech, digitalizzazione della rete, e partnership con il settore AI per alimentare data center ad alta efficienza.
Questa ibridazione tra energia e tecnologia apre nuove opportunità anche per società di medie dimensioni spesso trascurate dai benchmark tradizionali.
La combinazione tra dividend yield elevati, volatilità moderata e posizionamento ESG rende il settore particolarmente interessante in fasi di mercato interlocutorie come l’attuale.
Due ETF tematici da monitorare
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Utilities Select Sector SPDR Fund (XLU)
Tra gli ETF più liquidi e opzionabili sul comparto statunitense delle utilities. Include nomi come NextEra, Duke Energy e Southern Company. Rappresenta un’esposizione difensiva, ma con potenziale di apprezzamento in caso di rotazione verso settori a bassa volatilità. -
iShares Global Clean Energy ETF (ICLN)
Paniere diversificato su scala globale, con esposizione a rinnovabili, solare, eolico, accumulo e smart grid. Include titoli come Enphase, Vestas, Iberdrola. Più volatile e orientato alla crescita di lungo termine, ma ben posizionato per intercettare i trend legati alla transizione energetica e agli incentivi pubblici.
Gli earnings principali di questa settimana
Lunedì 23 giugno
Dopo la chiusura
KB Home (KBH)
La trimestrale arriva in un momento delicato per il settore immobiliare USA, con i dati recenti che mostrano un rallentamento marcato nelle nuove costruzioni.
Cosa tenere d’occhio:
- Nuovi ordini e backlog: fondamentali per valutare la domanda futura, soprattutto dopo il calo dei permessi e degli housing starts.
- Margini operativi: sotto pressione a causa di costi elevati per materiali e manodopera, oltre all’impatto dei dazi su acciaio e legname.
- Indicazioni sul pricing: attenzione a eventuali tagli sui prezzi di vendita per smaltire l’invenduto, tema emerso nel settore.
Contesto: il titolo ha avuto una buona tenuta negli ultimi mesi, ma la guidance aggiornata sarà cruciale per capire l’impatto del contesto macro più debole sulla redditività futura.
Martedì 24 giugno
Non ci sono earning rilevanti da segnalare.
Mercoledì 25 giugno
Prima dell’apertura
General Mills (GIS) – Earning Q4 FY2025
La trimestrale di GIS sarà importante per valutare la tenuta del settore consumer staples in un contesto di inflazione ancora elevata e consumatori più selettivi.
Cosa monitorare:
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Volumi vs. pricing power: gli analisti osservano se il gruppo riesce a sostenere i margini con aumenti di prezzo o se i volumi calano eccessivamente.
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Costi operativi: focus su pressioni da logistica, materie prime e packaging.
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Progresso nel segmento pet food e biologico, driver chiave della crescita a medio termine.
Contesto: GIS si è mostrato resiliente in fasi di volatilità, ma è sotto osservazione per segnali di rallentamento nella domanda domestica. Guidance e outlook per l’intero FY2026 saranno il vero market mover.
Winnebago Industries (WGO) – Earning Q3 FY2025
Winnebago, produttore di camper e veicoli ricreazionali, affronta una fase ciclica difficile, con una domanda in calo a causa dei tassi elevati e dell’erosione del potere d’acquisto.
Cosa tenere d’occhio:
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Ordini e backlog: segnali di rimbalzo o ulteriori tagli saranno centrali per valutare il momentum.
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Margini lordi, sotto pressione per i costi fissi e la necessità di sconti.
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Canale di distribuzione: focus sull’inventario presso i dealer, che resta elevato.
Contesto: il titolo ha perso appeal con il raffreddamento post-Covid del boom RV. Tuttavia, qualsiasi segnale di stabilizzazione della domanda o miglioramento nella gestione dei costi potrebbe riaccendere l’interesse degli investitori.
Dopo la chiusura
Levi Strauss & Co. (LEVI) – Earning Q2 FY2025
Il colosso del denim arriva all’appuntamento con gli utili in una fase delicata, stretta tra pressioni sui margini e transizione del modello retail.
Aspetti da monitorare:
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Vendite comparabili nei canali wholesale USA, ancora deboli secondo le ultime survey.
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Performance del canale diretto e crescita dell’e-commerce, viste come leve chiave per il rilancio.
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Ristrutturazione dei costi: attesa una nuova tranche di tagli, con impatto positivo sui margini nel medio termine.
Nota di contesto: LEVI resta esposta alla ciclicità dei consumi discrezionali. Tuttavia, la forza del brand globale e il piano di riposizionamento (più margini, meno dipendenza dal wholesale) sono temi seguiti da vicino dagli analisti.
Micron Technology (MU) – Earning Q3 FY2025
Micron arriva agli utili in un contesto favorevole per il comparto semiconduttori di memoria, trainato da AI, data center e ripresa della domanda nei dispositivi mobili.
Aspetti chiave da monitorare:
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Prezzi DRAM e NAND: attesi in crescita sequenziale, elemento centrale per i ricavi.
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Margini operativi: forte attenzione sulla redditività, dopo il ritorno all’utile operativo nello scorso trimestre.
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Capex e guidance: investitori a caccia di segnali sulla capacità produttiva e sul ciclo di investimento in corso.
Contesto di settore: MU è considerata uno dei principali beneficiari dell’AI boom, grazie alla crescente domanda di memoria ad alta larghezza di banda. Le attese sono elevate, e anche piccoli scostamenti dalle stime potrebbero generare movimenti significativi.
Giovedì 26 giugno
Dopo la chiusura
Concentrix Corporation (CNXC) – Earning Q2 FY2025
Concentrix, attiva nel settore dei servizi di customer experience e business services, si presenta all’appuntamento con gli utili in una fase di transizione strategica dopo l’acquisizione di Webhelp.
Aspetti chiave da monitorare:
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Effetti della fusione con Webhelp: attesa una maggiore integrazione operativa e sinergie sui costi.
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Trend di crescita organica: gli analisti cercheranno segnali di ripresa della domanda nei servizi BPO e digitali.
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Guidance aggiornata: cruciale per valutare se il gruppo riuscirà a rispettare i target 2025 dopo il rallentamento del 2024.
Le aspettative sono prudenti ma stabili: i mercati attendono segnali concreti di stabilizzazione del margine operativo e miglioramento del free cash flow, elementi chiave per una rivalutazione del titolo nel medio termine.
Nike Inc. (NKE) – Earning Q4 FY2025
Nike pubblicherà i risultati dell’ultimo trimestre fiscale in un contesto complesso, segnato da pressioni competitive crescenti, in particolare in Asia, e da margini operativi sotto osservazione.
Aspettative del mercato:
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EPS atteso: circa $0.85, in leggero calo rispetto al Q4 FY2024.
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Ricavi attesi: $12.8–13 miliardi, con una crescita marginale YoY.
Temi caldi da monitorare:
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Domanda in Cina: cruciale per i conti, alla luce del rallentamento macro e dell’ascesa dei marchi locali.
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Strategia Direct-to-Consumer: focus sul canale digitale e sulla riorganizzazione retail.
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Inventari e margini: attenzione a eventuali segnali di sconto aggressivo per smaltire stock.
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Outlook post-Olimpiadi: possibile leva di visibilità e vendite, ma ancora incerta.
La reazione del titolo dipenderà molto da come Nike riuscirà a combinare la narrazione di resilienza (soprattutto nel Nord America) con segnali di miglioramento operativo nelle aree in difficoltà. Una guidance cauta potrebbe pesare sul sentiment di breve.
Venerdì 27 giugno
Non ci sono earning rilevanti da segnalare.