SMB Strategic Markets Bulletin di QuantOptions Academy

SMB Strategic Markets Bulletin

Il briefing settimanale sui mercati, con un focus strategico.

Il quadro macroeconomico USA della settimana del 12 maggio 2025 in sintesi

Una settimana tra segnali di rallentamento e inflazione sotto controllo

La settimana appena trascorsa ha offerto un flusso denso di dati macroeconomici statunitensi, restituendo un’immagine a tratti contrastante dell’economia americana: l’inflazione sembra sotto controllo, ma crescono i segnali di debolezza in settori chiave come edilizia, industria e fiducia dei consumatori.

Lunedì 12 maggio il bilancio federale USA ha mostrato un forte avanzo mensile da 258 miliardi di dollari, favorito da entrate fiscali record nel mese di aprile.

Tuttavia, il deficit cumulato nei primi sette mesi dell’anno fiscale ha già superato i 1000 miliardi, alimentando le preoccupazioni per la sostenibilità fiscale e portando Moody’s a declassare il rating sovrano ad “Aa1”.

Martedì, i dati sull’inflazione CPI hanno sorpreso positivamente: il tasso annuo è sceso al 2.3%, ben sotto le attese, grazie al raffreddamento dei prezzi alimentari ed energetici.

Il CPI core è rimasto stabile al 2.8%.

Sul fronte energetico, però, l’API ha riportato un inaspettato aumento delle scorte di greggio, che ha alimentato dubbi sulla forza della domanda.

Mercoledì l’EIA ha confermato l’aumento delle scorte di petrolio (+3.5 milioni di barili), mentre la benzina è scesa di 1 milione, suggerendo una domanda carburanti in ripresa.

Il mercato rimane diviso tra spinte rialziste e ribassiste, con il prezzo del WTI sceso sotto i 62 dollari al barile.

Giovedì è stata una giornata ricca di dati macro, ma dai toni cauti. Il PPI ha registrato un inatteso calo mensile (-0.5%), segnalando che l’inflazione alla produzione resta contenuta, almeno per ora.

Le vendite al dettaglio sono cresciute appena dello 0.1%, rallentando bruscamente dopo il boom di marzo, mentre le richieste di disoccupazione sono rimaste stabili, suggerendo tenuta del mercato del lavoro.

Sul fronte manifatturiero, gli indici Empire State e Philadelphia Fed restano in territorio negativo, anche se con lievi segnali di miglioramento.

La produzione industriale è risultata stagnante, penalizzata dal calo nei beni durevoli e nei veicoli.

Venerdì 16 maggio i dati hanno confermato il clima di cautela.

I permessi di costruzione sono calati del 4.7%, mentre le nuove costruzioni sono cresciute debolmente (+1.6%), segnalando un settore edilizio in fase di rallentamento, anche a causa di costi elevati e incertezza.

I prezzi delle importazioni sono saliti per la prima volta in tre mesi (+0.1%), suggerendo che i dazi potrebbero iniziare a trasmettersi a monte dei prezzi.

Infine, l’indice di fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan è sceso a 50.8, nuovo minimo triennale, segnalando un crescente disagio tra le famiglie rispetto all’inflazione e al contesto economico.

In sintesi, l’inflazione appare sotto controllo, ma emergono segnali crescenti di rallentamento nell’attività economica reale, che potrebbero influenzare le prossime mosse della Federal Reserve.

Gli occhi restano puntati sui dati di maggio per capire se si tratterà di una pausa temporanea o dell’inizio di un rallentamento più strutturale.

sintesi macro settimana del 12 maggio

Una analisi puntuale dei principali indicatori macro-economici della settimana scorsa

Lunedì 12 maggio – Dichiarazione mensile del bilancio USA

Il bilancio federale statunitense ha registrato un avanzo di 258 miliardi di dollari ad aprile, in aumento del 23% rispetto allo stesso mese del 2024.

Questo surplus è stato trainato da entrate record durante la stagione fiscale, con 850 miliardi di dollari incassati, grazie a un forte incremento dei pagamenti fiscali individuali e a un picco nei dazi doganali, che hanno raggiunto 16.3 miliardi di dollari, il doppio rispetto a marzo.

Tuttavia, nonostante il risultato positivo di aprile, il deficit cumulativo per i primi sette mesi dell’anno fiscale 2025 ha toccato 1049 miliardi di dollari, in crescita del 23% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Le spese totali sono aumentate del 9%, raggiungendo 4159 miliardi di dollari, con incrementi significativi in programmi come Medicare, Medicaid e Social Security, oltre a un aumento degli interessi sul debito.

La situazione fiscale ha sollevato preoccupazioni tra gli analisti, portando Moody’s a declassare il rating creditizio degli Stati Uniti da “Aaa” a “Aa1”, citando l’escalation del debito nazionale, che ha raggiunto i 36 trilioni di dollari, e i persistenti disavanzi fiscali.

Fonti consultate:

Reuters
Fox Business
CBO
Reuters

Martedì 13 maggio – Inflazione USA sotto controllo, ma le scorte di petrolio sorprendono

I dati sull’inflazione statunitense di aprile hanno sorpreso in positivo i mercati.

L’indice CPI è salito dello 0.2% su base mensile, portando il tasso annuo al 2.3%, in calo rispetto al 2.4% di marzo e sotto le attese.

È il livello più basso dal febbraio 2021, grazie soprattutto alla flessione dei prezzi alimentari (-0.4% mese su mese) e alla stabilizzazione dei costi energetici.

In particolare, le uova sono scese del 12.7% su base mensile, mentre la benzina ha registrato un lieve calo dello 0.1%.

Più stabile invece il CPI core, che esclude alimentari ed energia, fermo al 2.8% annuo, segnale che le pressioni di fondo restano persistenti.

Gli analisti, tuttavia, avvertono che l’effetto dei nuovi dazi imposti dall’amministrazione Trump potrebbe iniziare a farsi sentire nei prossimi mesi, riaccendendo il rischio di un’inflazione strutturalmente più alta.

Sul fronte energetico, l’API ha pubblicato un dato inatteso: le scorte di greggio sono aumentate di 4287 milioni di barili nella settimana terminata il 9 maggio, contro attese per un calo.

L’incremento ha sorpreso il mercato e potrebbe riflettere una domanda meno sostenuta o un aumento dell’offerta.

Mercoledì 14 maggio – Scorte di petrolio in aumento, benzina in calo: segnali contrastanti dal mercato energetico USA

Il rapporto settimanale dell’EIA ha evidenziato un incremento delle scorte di petrolio greggio di 3.5 milioni di barili, portando il totale a 441.8 milioni di barili.

Questo dato ha sorpreso gli analisti, che si aspettavano una diminuzione di circa 1 milione di barili, e ha alimentato timori di un eccesso di offerta.

Le scorte di benzina, invece, sono diminuite di 1.0 milione di barili, attestandosi a 224.7 milioni di barili, circa il 3% al di sotto della media quinquennale per questo periodo dell’anno.

Questo calo potrebbe indicare una domanda di carburante in crescita, sostenuta da un aumento della produzione di benzina e distillati.

Le scorte di distillati sono diminuite di 3.2 milioni di barili, posizionandosi a circa il 16% al di sotto della media quinquennale.

Le importazioni di greggio sono diminuite a 5.8 milioni di barili al giorno, mentre le esportazioni si sono mantenute stabili, indicando una dinamica di mercato equilibrata.

Il prezzo del WTI è sceso sotto i 62 dollari al barile, riflettendo le dinamiche di offerta e domanda.

Le aspettative di un possibile accordo nucleare tra Stati Uniti e Iran, che potrebbe portare a un aumento dell’offerta globale di petrolio, hanno ulteriormente influenzato i prezzi.

Fonti consultate:

EIA
Reuters
Investing.com

Giovedì 15 maggio – Dati macro contrastanti: inflazione alla produzione in calo, consumi rallentati, industria in difficoltà

La giornata del 15 maggio ha offerto un quadro macroeconomico statunitense eterogeneo, con segnali di rallentamento in diversi settori chiave.

Inflazione alla produzione (PPI): calo inaspettato

Ad aprile, l’indice dei prezzi alla produzione (PPI) ha registrato una diminuzione dello 0.5% su base mensile, sorprendendo gli analisti che prevedevano un aumento dello 0.2%.

Su base annua, il PPI è salito del 2.4%, in calo rispetto al 3.4% di marzo.

Questo calo è attribuibile principalmente alla diminuzione dei prezzi dei servizi, mentre i prezzi dei beni sono rimasti invariati.

Nonostante le preoccupazioni per l’impatto inflazionistico dei nuovi dazi, i dati suggeriscono che, per ora, le pressioni sui prezzi alla produzione rimangono contenute.

Vendite al dettaglio: crescita modesta dopo il boom di marzo

Le vendite al dettaglio hanno mostrato una crescita dello 0.1% ad aprile, rallentando rispetto al forte aumento dell’1.7% registrato a marzo.

Questo rallentamento è attribuito in parte al “front-loading” degli acquisti da parte dei consumatori, che hanno anticipato le spese in previsione dell’aumento dei prezzi dovuto ai dazi.

Alcuni settori, come i ristoranti e i centri per la casa e il giardinaggio, hanno registrato aumenti, mentre altri, come l’abbigliamento e gli articoli sportivi, hanno visto cali nelle vendite.

Richieste iniziali di sussidi di disoccupazione: stabilità

Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione sono rimaste invariate a 229000 nella settimana terminata il 10 maggio, in linea con le aspettative degli analisti.

Questo dato indica una stabilità nel mercato del lavoro, con un livello di licenziamenti storicamente basso.

Indici manifatturieri regionali: segnali misti

L’indice Empire State della Fed di New York ha registrato un valore di -9.2 a maggio, indicando una contrazione dell’attività manifatturiera per il terzo mese consecutivo.

Tuttavia, l’indice dei nuovi ordini è salito a 7.0, suggerendo un modesto aumento degli ordini.

L’indice della Fed di Philadelphia ha mostrato un miglioramento, salendo a -4.0 a maggio da -26.4 di aprile, pur rimanendo in territorio negativo.

L’indice dei nuovi ordini è tornato positivo, mentre quello delle spedizioni è diminuito ulteriormente, indicando una debolezza persistente nel settore.

Produzione industriale: stagnazione

La produzione industriale è rimasta invariata ad aprile, deludendo le aspettative di un aumento dello 0.1%.

La produzione manifatturiera è diminuita dello 0.4%, con un calo dell’1.9% nella produzione di veicoli a motore e componenti.

La produzione di beni durevoli è scesa dello 0.2%, mentre quella di beni non durevoli è diminuita dello 0.6%.

La produzione nel settore minerario è calata dello 0.3%, mentre quella dei servizi pubblici è aumentata del 3.3%.

Il tasso di utilizzo della capacità è sceso al 77.7%, al di sotto della media di lungo periodo.

Venerdì 16 maggio – Segnali di rallentamento da edilizia, commercio estero e fiducia dei consumatori

La giornata di venerdì ha offerto un quadro macroeconomico statunitense segnato da segnali di rallentamento in diversi settori chiave, sollevando preoccupazioni sulle prospettive economiche nel breve termine.

Edilizia residenziale: permessi in calo, avvio di nuove costruzioni debole

Ad aprile, i permessi di costruzione sono diminuiti del 4.7% su base mensile, attestandosi a un tasso annualizzato di 1412 milioni di unità, il livello più basso degli ultimi undici mesi.

I permessi per le abitazioni unifamiliari sono scesi del 5.1%, a 922000 unità.

Questi dati suggeriscono una contrazione nel settore edilizio, influenzata dall’aumento dei costi dei materiali e dall’incertezza economica.

Le nuove costruzioni hanno registrato un modesto aumento dell’1.6%, raggiungendo un tasso annualizzato di 1361 milioni di unità.

Tuttavia, le costruzioni unifamiliari sono diminuite del 2.1%, a 927000 unità, mentre quelle multifamiliari sono aumentate del 10.7%, suggerendo una preferenza per soluzioni abitative più accessibili in un contesto di tassi ipotecari elevati.

Prezzi delle importazioni: primi segnali di pressione da parte dei dazi

I prezzi delle importazioni sono aumentati dello 0.1% ad aprile, invertendo il calo dello 0.4% di marzo.

Questo incremento è stato trainato da un aumento dello 0.6% nei prezzi dei beni capitali importati, mentre i prezzi dei carburanti sono diminuiti del 2.6%.

Escludendo carburanti e alimentari, i prezzi delle importazioni sono saliti dello 0.5%, indicando pressioni inflazionistiche sottostanti.

Su base annua, i prezzi delle importazioni sono aumentati dello 0.1%, mentre i prezzi delle esportazioni sono saliti del 2.0%, suggerendo una moderata pressione inflazionistica nel commercio internazionale.

Fiducia dei consumatori: ulteriore calo tra timori inflazionistici

L’indice di fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan è sceso a 50.8 a maggio, rispetto a 52.2 di aprile, segnando il quinto calo mensile consecutivo e il livello più basso in tre anni.

Questo declino riflette le crescenti preoccupazioni dei consumatori riguardo all’inflazione persistente e all’incertezza economica, in particolare in relazione alle politiche tariffarie.

Il punto sui mercati e sulla volatilità implicita

Overview della settimana passata

In linea con le nostre attese, il mercato ha mostrato dinamiche coerenti con il quadro tecnico delineato.

Il VIX, barometro della volatilità implicita, ha proseguito la sua discesa, passando da quota 22 della scorsa settimana a livelli prossimi a 17, segnalando un contesto di progressiva distensione sul fronte del rischio percepito.

Parallelamente, l’S&P500 ha confermato lo scenario di breakout anticipato: il superamento delle resistenze ha innescato un deciso movimento direzionale, che ha visto l’indice guadagnare circa 300 punti, pari a un robusto +5% su base settimanale.

Un segnale tecnico rilevante che suggella la solidità del momentum rialzista attualmente in corso.

VIX

Dopo il recente drawdown, il VIX sembrerebbe aver esaurito la fase di discesa lineare.

Le attuali quotazioni indicano una possibile fase di consolidamento laterale, in attesa di nuovi catalizzatori macro o microeconomici.

In assenza di shock esogeni, è lecito attendersi una fase di equilibrio attorno ai livelli attuali, con movimenti a basso impatto direzionale.

S&P

Il trend di fondo rimane chiaramente impostato al rialzo.

Tuttavia, dopo un’accelerazione così significativa, non si può escludere una fisiologica fase di consolidamento.

Come noto, anche all’interno di trend primari bullish, i mercati necessitano di momenti di pausa per assorbire i guadagni e ricalibrare le forze.

Il supporto dinamico di breve si è significativamente alzato, posizionandosi ora in area 5360, un livello che rappresenta una base tecnica importante a due settimane.

Nonostante ciò, è prematuro parlare di un trend di lungo termine ben definito: al momento, ci troviamo in una fase iniziale che potrebbe rappresentare tanto l’avvio di un’estensione strutturale quanto un rimbalzo tecnico più circoscritto.

L’analisi stagionale suggerisce una settimana statisticamente favorevole alla prosecuzione del trend rialzista, pur in presenza di segnali tecnici di ipercomprato.

Questo potrebbe tradursi in una price action più contenuta e in parte laterale, ma ancora sostenuta da un sentiment complessivamente positivo.

Il VIX dovrebbe mantenere una posizione di relativo stallo, coerente con un mercato che sta interiorizzando i recenti progressi senza segnali di stress imminente.

Calendario macroeconomico USA di questa settimana

Lunedì 19 maggio – Giornata di dichiarazioni Fed

La settimana si apre senza dati macroeconomici di rilievo dagli Stati Uniti, ma l’attenzione dei mercati potrebbe comunque essere catturata da una fitta serie di interventi pubblici da parte di esponenti della Federal Reserve.

Tra le 14.30 e le 19.30 (ora italiana) sono infatti attesi i discorsi di Bostic, Jefferson, Williams, Logan e Kashkari.

Non è detto che emergano novità sostanziali sulla direzione della politica monetaria – soprattutto in un contesto in cui la Fed sembra aver scelto la cautela come linea guida – ma i mercati saranno comunque attenti a qualsiasi segnale, anche sfumato, relativo al timing del primo eventuale taglio dei tassi.

Le parole di Jefferson e Williams, entrambi membri con posizioni influenti all’interno del FOMC, saranno probabilmente quelle più scrutate.

Martedì 20 maggio – Ancora riflettori sulla Fed, con un occhio al petrolio

Anche martedì sarà scandito dagli interventi pubblici di numerosi membri della Federal Reserve.

Nell’arco di otto ore – tra le 15 e le 23 italiane – si alterneranno al microfono Barkin, Bostic (di nuovo), Collins, Musalem e Kugler.

Si tratta in buona parte di figure meno centrali nel processo decisionale rispetto ai relatori di lunedì, ma non per questo prive di interesse: i mercati potrebbero cogliere da queste voci segnali utili per interpretare l’orientamento più ampio del Comitato.

Da monitorare, in particolare, se emergeranno accenti più “dovish” o “hawkish” in relazione all’andamento dell’inflazione core e al raffreddamento dell’economia.

In serata, inoltre, alle 22.30 italiane, è prevista la pubblicazione delle scorte settimanali di petrolio greggio secondo l’American Petroleum Institute (API).

Un dato che, in un contesto geopolitico ancora delicato e con il prezzo del greggio tornato sotto pressione nelle ultime settimane, potrebbe influenzare l’umore dei mercati energetici.

Mercoledì 21 maggio – Fed ancora protagonista, ma spazio anche al petrolio e al mercato immobiliare

La serie di interventi pubblici da parte della Federal Reserve prosegue anche mercoledì, con Daly, Hammack e ancora Barkin attesi nel corso della giornata.

In assenza di dati macroeconomici di primo piano, queste dichiarazioni potrebbero continuare a fungere da bussola per gli operatori, desiderosi di cogliere indizi sullo stato d’animo prevalente all’interno della banca centrale americana.

In parallelo, due appuntamenti statistici meritano attenzione.

Alle 13 (ora italiana) sarà pubblicato l’aggiornamento settimanale sul tasso dei mutui trentennali da parte della Mortgage Bankers Association (MBA), utile termometro per capire quanto l’elevato livello dei tassi stia ancora influenzando il settore immobiliare statunitense.

Alle 16.30, invece, l’EIA (Energy Information Administration) rilascerà i dati ufficiali sulle scorte settimanali di petrolio e benzina, che seguono di un giorno le anticipazioni dell’API e offrono un quadro più completo e reattivo per chi segue l’andamento dei mercati energetici.

Giovedì 22 maggio – Una giornata finalmente più densa di dati

Dopo alcuni giorni dominati quasi esclusivamente dalle parole dei membri della Fed, giovedì si torna finalmente a parlare di dati macroeconomici di un certo peso.

Alle 14.30 (ora italiana) si comincia con l’indice di attività nazionale della Fed di Chicago, utile per valutare l’andamento congiunto dell’economia americana, accompagnato dalle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione, ancora sotto la lente per cogliere segnali di eventuali cedimenti nel mercato del lavoro.

Alle 15.45 arrivano i PMI flash di maggio di S&P Global: composite, manifatturiero e servizi offriranno un primo sguardo sullo stato di salute dell’economia statunitense nel secondo trimestre, soprattutto alla luce del rallentamento percepito in alcune aree del business.

Alle 16, poi, sarà il turno delle vendite di case esistenti, un altro tassello importante per valutare la resilienza del mercato immobiliare, ancora alle prese con il peso dei tassi elevati.

In chiusura, alle 20, parlerà nuovamente John Williams, uno dei membri più influenti del FOMC: le sue parole, soprattutto dopo i dati del pomeriggio, potrebbero contribuire a chiarire ulteriormente il sentiment prevalente in seno alla Fed.

Venerdì 23 maggio – Chiusura tranquilla, ma attenzione a Powell nel weekend

La settimana macroeconomica si avvia alla conclusione con un’agenda relativamente leggera per venerdì.

Alle 16 (ora italiana) verrà pubblicato il dato sulle vendite di case nuove, indicatore utile per completare il quadro settimanale sul mercato immobiliare statunitense.

Anche se spesso soggetto a revisioni, questo dato fornisce indicazioni importanti sulla fiducia dei costruttori e sul comportamento dei consumatori in un contesto di costi di finanziamento ancora elevati.

Alle 18 è atteso un intervento di Lisa Cook, membro del Board della Federal Reserve.

Sebbene meno influente di altri colleghi, le sue considerazioni potrebbero comunque contribuire a mantenere vivo l’interesse dei mercati sulle prossime mosse della banca centrale.

A sorpresa, però, il vero evento clou della settimana potrebbe arrivare fuori calendario: domenica 25 maggio, alle 20.40 italiane, prenderà la parola Jerome Powell, presidente della Fed.

Le sue dichiarazioni – a pochi giorni dalla chiusura del mese e in un contesto in cui i mercati cercano conferme o smentite sulle attese di un taglio dei tassi in estate – potrebbero esercitare un impatto diretto sull’apertura delle contrattazioni lunedì prossimo.

Trading operativo: il portafoglio delle strategie di Erere

La scorsa settimana i portafogli hanno tutti vissuto una fase di forte rimbalzo.

Il conto societario si è riportato sul filo della parità, mentre il conto test CFM è risalito con forza nella parte alta del suo trend storico.

L’equity continua a seguire in parallelo la traiettoria del benchmark, con una leggera sotto-performance.

Questa tendenza dovrebbe stemperarsi nel tempo, e la strategia dovrebbe ricominciare a fare meglio del mercato, con i suoi tempi.

Con la scadenza di maggio, si è chiusa ufficialmente la fase di In Sample della strategia High Probability Naked Put Selling.

Nonostante il periodaccio causato da Trump e le sue “sparate”, anche questo mese si è chiuso con un piccolo utile, che ha portato l’equity line ad un nuovo massimo storico.

Nessun segnale, finora, sulle strategie Short Term Directional S&P500 e Triple-Class Mean Reversion.

Si avvicina, tuttavia, una possibile operazione sul GLD, che stiamo monitorando strettamente in attesa di conferma.

equity percentuale conto societario
performance percentuale conto test CFM
perfomance percentuale strategia High Probability NPS

Il focus settoriale della settimana

Energia: sotto pressione tra scorte, geopolitica e inflazione

In una settimana priva di grandi dati macro ma comunque ricca di spunti, il settore energetico torna sotto i riflettori.

Il greggio WTI resta ancorato appena sotto quota 62 dollari al barile, appesantito dal recente incremento delle scorte statunitensi e dalle attese di un possibile accordo USA-Iran che potrebbe aumentare l’offerta globale.

Tuttavia, alcuni elementi potrebbero riaccendere la volatilità.

Martedì e mercoledì arriveranno, come di consueto, i dati sulle scorte di petrolio da parte di API ed EIA, in un contesto in cui la domanda interna appare incerta e le esportazioni restano stabili.

In parallelo, il discorso di Jerome Powell previsto per domenica sera potrebbe includere riferimenti all’inflazione energetica, contribuendo a condizionare le aspettative sui tassi d’interesse e, di riflesso, anche i titoli legati all’energia.

Dal punto di vista di mercato, il comparto ha mostrato una certa resilienza nelle ultime settimane, ma resta sensibile a ogni segnale di squilibrio tra domanda e offerta.

Per chi guarda al tema da un’ottica d’investimento, due ETF tematici liquidi offrono un’esposizione mirata:

  • XLEEnergy Select Sector SPDR Fund: replica i titoli energetici dell’S&P 500, con forte peso su ExxonMobil e Chevron. È adatto a chi cerca un’esposizione difensiva, integrata e liquida.

  • PXEInvesco Dynamic Energy Exploration & Production ETF: più ciclico e volatile, focalizzato sulle società attive nell’esplorazione e produzione, quindi più sensibile al prezzo del greggio.

In sintesi, il comparto energetico resta un barometro importante per leggere le dinamiche macro e può tornare protagonista qualora le tensioni geopolitiche o inflazionistiche dovessero intensificarsi.

Gli earnings principali di questa settimana

Lunedì 19 maggio

Non ci sono earning rilevanti da segnalare.

Martedì 20 maggio

Non ci sono earning rilevanti da segnalare.

Mercoledì 21 maggio

Prima dell’apertura

BIDU – Baidu
La big tech cinese arriva alla trimestrale in un contesto macro incerto per l’economia domestica. Gli investitori seguiranno con attenzione l’andamento della pubblicità online, ancora sotto pressione, ma soprattutto le performance dei segmenti legati all’intelligenza artificiale e al cloud. Un punto chiave sarà la guidance per il secondo semestre, anche in relazione alle tensioni geopolitiche e alla domanda interna debole.

GOOS – Canada Goose Holdings
Il brand di abbigliamento di lusso outdoor affronta una stagione complicata, con margini sotto pressione e vendite in rallentamento, soprattutto in Nord America. I mercati si aspettano indicazioni più precise sulla strategia per l’espansione in Asia e sulle iniziative per alleggerire l’inventario. Sarà importante anche valutare se la domanda per i capi iconici del marchio sta resistendo alla normalizzazione post-Covid.

TGT – Target
Il colosso della grande distribuzione pubblica i conti dopo una fase di debolezza nel segmento consumi. Focus sugli effetti della pressione promozionale sui margini, sul traffico nei punti vendita e sulla crescita dell’e-commerce. Gli analisti saranno attenti anche alla dinamica delle scorte e all’esposizione del gruppo a categorie cicliche come l’arredamento e l’elettronica, che negli ultimi trimestri hanno frenato le vendite.

TJX – TJX Companies
La società madre di marchi come T.J. Maxx e Marshalls potrebbe beneficiare dell’attuale contesto di consumatori più attenti al prezzo. Gli investitori si concentreranno sull’andamento delle vendite a parità di negozi e sulla tenuta dei margini operativi, in un contesto di costi ancora elevati. Sarà interessante anche capire se l’azienda continua a trarre vantaggio dalla disponibilità di stock invenduti di altri retailer, che alimentano il suo modello off-price.

Dopo la chiusura

URBN – Urban Outfitters
La società specializzata in abbigliamento giovane e concept retail arriva agli utili dopo un trimestre difficile per molti player del settore. Il mercato cercherà segnali di ripresa del brand Urban, ma anche delle performance di Free People e Anthropologie. Sarà decisivo il commento sulla domanda domestica e sul contributo dell’e-commerce, che resta cruciale per i margini.

ZM – Zoom Video Communications
Zoom cerca di uscire dall’ombra del post-pandemia e dimostrare di poter crescere nel mondo hybrid. I numeri del trimestre saranno analizzati in dettaglio soprattutto per quanto riguarda la customer retention tra le PMI e l’adozione dei nuovi servizi enterprise. Gli analisti si aspettano aggiornamenti sull’evoluzione della piattaforma verso un ecosistema completo di collaborazione, e segnali di contenimento dei costi.

Giovedì 22 maggio

Prima dell’apertura

AAP – Advance Auto Parts
Il settore aftermarket automobilistico si trova in un momento di transizione, con vendite resilienti ma margini sotto pressione. Il mercato guarderà con attenzione all’andamento delle vendite comparabili, alla gestione delle scorte e soprattutto alla profittabilità, dopo una serie di trimestri deludenti. Focus anche sul canale “do-it-yourself” rispetto a quello “professional”, che negli ultimi mesi ha mostrato segnali di debolezza.

ADI – Analog Devices
Il produttore di semiconduttori è un indicatore chiave per la salute del settore industriale e dell’elettronica avanzata. Gli investitori cercheranno segnali di stabilizzazione della domanda, in particolare nei segmenti automotive, industriale e comunicazioni. Saranno fondamentali anche le indicazioni sulla ripresa degli ordini e sul livello degli inventari, in un contesto ancora segnato da un lento riassorbimento dell’eccesso post-pandemia.

TITN – Titan Machinery
La catena di distribuzione di macchinari agricoli e da costruzione arriva agli utili dopo segnali misti dal settore agricolo. L’attenzione sarà sui margini, spesso volatili per effetto del mix prodotti e delle dinamiche promozionali, oltre che sulla domanda da parte del segmento construction, sensibile al ciclo economico. I commenti sul backlog e sulle prospettive di investimento rurale negli USA potrebbero influenzare il titolo.

Dopo la chiusura

ADSK – Autodesk
L’azienda software specializzata in soluzioni CAD e BIM pubblica i conti in una fase di moderata crescita. I riflettori saranno puntati sulla traiettoria degli abbonamenti, sulla conversione al cloud e sull’impatto dei rinnovi contrattuali. In un contesto di budget IT ancora prudenti, Autodesk dovrà dimostrare capacità di generare flussi di cassa solidi e mantenere margini elevati.

ROST – Ross Stores
Il retailer off-price potrebbe beneficiare del contesto macro sfidante, con consumatori più attenti al valore. Gli investitori analizzeranno le vendite a parità di negozi e i trend di traffico, oltre alla capacità dell’azienda di gestire in modo efficiente lo stock e mantenere margini operativi. Sarà importante anche valutare il posizionamento rispetto ai principali competitor come TJX, che riporta due giorni prima.

WDAY – Workday
Il fornitore di soluzioni cloud per la gestione HR e finanziaria è sotto i riflettori per la crescita del segmento enterprise. I mercati cercheranno segnali positivi sull’espansione dei clienti di fascia alta, ma anche conferme sul contenimento dei costi e sul miglioramento del margine operativo. L’evoluzione dell’adozione dell’AI all’interno della suite di Workday sarà un altro tema chiave nella call con gli analisti.

Venerdì 23 maggio

Non ci sono earning rilevanti da segnalare.