SMB Strategic Markets Bulletin
Il briefing settimanale sui mercati, con un focus strategico.
Una sintesi della settimana macro appena conclusa
La settimana macroeconomica si è aperta lunedì 14 aprile senza dati rilevanti, ma con l’attenzione rivolta ai discorsi di Harker e Bostic della Fed, entrambi orientati alla cautela su eventuali tagli dei tassi.
I mercati hanno inoltre riflettuto sul calo dei prezzi energetici, che ha contribuito alla contrazione dello 0.1% del CPI a marzo, pur con un’inflazione core ancora al 2.8%.
Martedì 15 aprile, l’Empire State Manufacturing Index ha mostrato una contrazione attenuata ma persistente, con attese future in netto calo e segnali di inflazione nei prezzi pagati.
I dati sui prezzi all’import e export di marzo hanno mostrato una lieve discesa dei prezzi all’importazione, in particolare dei carburanti, ma non ancora influenzati dai nuovi dazi di Trump, i cui effetti si faranno sentire nei prossimi mesi.
Sempre martedì, le scorte aziendali di febbraio sono cresciute dello 0.2% e le vendite dell’1.2%, in parte per effetto di acquisti anticipati legati ai dazi.
Mercoledì 16 aprile, le vendite al dettaglio di marzo sono aumentate dell’1.4%, trainate dagli acquisti di beni durevoli anticipati per evitare rincari.
Tuttavia, gli analisti segnalano rischi di rallentamento nei mesi successivi.
In calo la produzione industriale a marzo (-0.3%) per la debolezza nel settore delle utility, mentre manifattura e minerario hanno tenuto.
Le scorte industriali e le vendite hanno confermato un’accumulazione moderata, in linea con le aspettative.
Infine, le scorte settimanali di greggio sono aumentate, ma con dinamiche contrastanti tra export record e fattori tecnici di aggiustamento.
Giovedì 17 aprile, i permessi edilizi e i nuovi cantieri di marzo hanno registrato un netto calo, penalizzati da tassi elevati, incertezze e dai maggiori costi legati ai dazi.
L’indice della Fed di Philadelphia ha mostrato un forte deterioramento dell’attività manifatturiera, con segnali di rallentamento della domanda e aspettative future deboli, nonostante pressioni inflazionistiche persistenti.
In controtendenza, le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono scese a 212000 unità, confermando la solidità del mercato del lavoro.
Nel complesso, la settimana ha offerto un quadro contrastante: la domanda interna è ancora robusta, ma l’incertezza legata alle politiche commerciali e il deterioramento dell’attività industriale potrebbero rallentare la crescita nei prossimi mesi.
Una analisi puntuale dei principali indicatori macro-economici della settimana scorsa
Lunedì 14 aprile
La giornata di lunedì non ha visto la pubblicazione di dati macroeconomici di rilievo, ma ha attirato l’attenzione dei mercati per i discorsi di due membri della Federal Reserve: Patrick Harker (Philadelphia Fed) e Raphael Bostic (Atlanta Fed).
Entrambi hanno adottato un tono cauto, sottolineando la necessità di ulteriori conferme prima di procedere con eventuali tagli ai tassi di interesse.
Un elemento significativo emerso di recente è la flessione dei prezzi energetici, che ha contribuito alla diminuzione dell’indice dei prezzi al consumo (CPI) di marzo, registrando un calo dello 0.1% su base mensile.
In particolare, i prezzi della benzina sono diminuiti del 6.3%, portando l’indice energetico complessivo a una riduzione del 2.4% .
Tuttavia, i funzionari della Fed hanno evidenziato che l’inflazione core, che esclude i settori alimentare ed energetico, rimane elevata, con un aumento del 2.8% su base annua, il più contenuto dal marzo 2021.
In questo contesto, i mercati continuano a monitorare attentamente le dichiarazioni dei membri della Fed per valutare le future mosse di politica monetaria, considerando sia i segnali di rallentamento dell’inflazione sia le persistenti pressioni sui prezzi derivanti da fattori esterni, come le tensioni commerciali in corso.
Fonti consultate:
Bureau of Labor Statistics
Business Insider
Reuters
Martedì 15 aprile
Diversi dati comunicati in questa giornata, a cominciare dall‘Empire State Manufacturing Index, che ha registrato un miglioramento rispetto al mese precedente, salendo a -8.1, dal -20.0 di marzo.
Nonostante questo recupero, l’indice rimane in territorio negativo, indicando una contrazione dell’attività manifatturiera nello Stato di New York.
Le nuove commesse e le spedizioni hanno continuato a diminuire, sebbene a un ritmo più lento.
Particolarmente preoccupante è il calo dell’indice delle aspettative future, sceso a -7.4, uno dei livelli più bassi nella storia del sondaggio, segnalando un crescente pessimismo tra le imprese riguardo alle prospettive a sei mesi.
Inoltre, i prezzi pagati e quelli ricevuti hanno registrato aumenti significativi, raggiungendo i livelli più alti degli ultimi due anni, suggerendo pressioni inflazionistiche persistenti nel settore.
Sempre lo stesso giorno, il Bureau of Labor Statistics ha pubblicato i dati relativi ai prezzi all’importazione e all’esportazione degli Stati Uniti per il mese di marzo.
I prezzi all’importazione hanno registrato una diminuzione dello 0.1% rispetto al mese precedente, principalmente a causa di un calo del 2.3% nei prezzi dei carburanti importati, con il gas naturale in calo del 19.8% e il petrolio del 1.5%.
Al contrario, i prezzi delle importazioni non energetiche sono aumentati dello 0.1%, sostenuti da rincari nei beni capitali, forniture industriali non energetiche e alimenti, mangimi e bevande.
I prezzi delle importazioni dalla Cina sono diminuiti dello 0.2%, continuando una tendenza al ribasso che dura da diversi mesi.
Per quanto riguarda le esportazioni, i prezzi sono rimasti invariati a marzo, dopo un aumento dello 0.5% a febbraio.
I prezzi delle esportazioni agricole sono rimasti stabili, mentre quelli delle esportazioni non agricole sono diminuiti dello 0.1%, segnando il primo calo mensile da settembre 2024.
Questo calo è stato influenzato da una diminuzione dello 0.5% nei prezzi delle forniture industriali non agricole, compensata da aumenti nei beni capitali, beni di consumo e veicoli automobilistici.
È importante notare che i dati di marzo non riflettono ancora l’impatto dei nuovi dazi commerciali introdotti dall’amministrazione Trump, entrati in vigore ad aprile.
Queste misure includono dazi fino al 245% su beni cinesi e uno del 25% su tutte le importazioni di automobili.
Diversi analisti prevedono che questi dazi potrebbero aumentare i costi per le imprese e i consumatori statunitensi, influenzando l’inflazione e la crescita economica nei mesi successivi.
L’International Monetary Fund ha avvertito che l’aumento dei dazi statunitensi potrebbe indebolire la crescita economica globale e aumentare l’inflazione nel 2025.
Ultimo, ma non meno importante, il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha pubblicato i dati relativi alle scorte e alle vendite del settore industriale per il mese di febbraio.
Le scorte totali delle imprese sono aumentate dello 0.2% rispetto a gennaio, in linea con le aspettative degli analisti, mentre le vendite hanno registrato un incremento dell’1.2%, recuperando dopo il calo dello 0.6% del mese precedente.
Questo miglioramento ha portato il rapporto scorte/vendite a 1.35, in lieve diminuzione rispetto all’1.36 di gennaio, indicando una rotazione più rapida delle scorte.
L’aumento delle scorte è stato attribuito in parte a un’accelerazione degli acquisti da parte dei consumatori in previsione dell’entrata in vigore dei nuovi dazi commerciali imposti dall’amministrazione Trump.
Tuttavia, nonostante questo slancio, le previsioni per la crescita del PIL nel primo trimestre sono state riviste al ribasso, con alcuni economisti che ipotizzano una contrazione, principalmente a causa delle incertezze legate alla politica commerciale.
Mercoledì 16 aprile
Alle 14.30 ora italiana, il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha comunicato che le vendite al dettaglio per il mese di marzo sono aumentate dell’1.4% rispetto a febbraio, raggiungendo i 734.9 miliardi di dollari.
Questo incremento rappresenta la crescita mensile più significativa dal gennaio 2023 ed è stato trainato principalmente da un’impennata nelle vendite di veicoli a motore e componenti, che hanno registrato un aumento del 5.3%.
Molti consumatori hanno anticipato gli acquisti di beni durevoli, come automobili e apparecchiature elettroniche, per evitare gli aumenti di prezzo previsti a seguito dei nuovi dazi imposti dall’amministrazione Trump, entrati in vigore ad aprile.
Nonostante il dato positivo, gli analisti avvertono che questo slancio potrebbe essere temporaneo.
L’anticipazione degli acquisti potrebbe portare a un rallentamento delle vendite nei mesi successivi, soprattutto se i prezzi al consumo aumenteranno a causa dei dazi.
Inoltre, il sentiment dei consumatori è in calo da quattro mesi consecutivi, riflettendo preoccupazioni legate all’inflazione e all’incertezza economica.
Nel corso della stessa giornata, la Federal Reserve ha comunicato che la produzione industriale statunitense è diminuita dello 0.3% a marzo, segnando il primo calo mensile da novembre 2024.
Questo risultato è stato influenzato da una significativa contrazione del 5.8% nel settore delle utility, dovuta a temperature insolitamente miti che hanno ridotto la domanda di riscaldamento.
Al contrario, la produzione manifatturiera e quella mineraria hanno registrato aumenti dello 0.3% e dello 0.6%, rispettivamente.
In particolare, la produzione di beni durevoli è cresciuta dello 0.6%, trainata da un incremento dell’1.2% nella produzione di veicoli a motore e componenti, e dell’1.8% nel settore aerospaziale e dei trasporti.
Tuttavia, la produzione di beni non durevoli è rimasta pressoché invariata, con variazioni settoriali contrastanti.
Nel complesso, la produzione industriale è aumentata dell’1.3% rispetto a marzo 2024.
Nonostante la crescita annuale, l’indice di utilizzo della capacità produttiva è sceso al 77.8%, al di sotto della media storica.
Gli analisti attribuiscono questa debolezza alle incertezze legate alle politiche commerciali dell’amministrazione Trump, in particolare all’introduzione di nuovi dazi che potrebbero influenzare negativamente la produzione industriale nei prossimi mesi.
Ancora, il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha pubblicato i dati relativi alle scorte e alle vendite del settore industriale per il mese di febbraio.
Le scorte totali delle imprese sono aumentate dello 0.2% rispetto a gennaio, raggiungendo un livello di 2590 miliardi di dollari.
Questo incremento è stato in linea con le aspettative degli analisti e riflette un’accumulazione moderata di scorte in vista dei nuovi dazi commerciali imposti dall’amministrazione Trump, entrati in vigore ad aprile.
Le vendite complessive sono aumentate dell’1.2%, segnando un recupero dopo il calo dello 0.6% registrato a gennaio.
Il rapporto scorte/vendite è sceso a 1.35, rispetto all’1.36 del mese precedente, indicando una rotazione più rapida delle scorte.
Gli analisti osservano che, nonostante l’aumento delle scorte, le incertezze legate alle politiche commerciali potrebbero influenzare negativamente la produzione industriale nei prossimi mesi.
Infine, il 16 aprile 2025, l’Energy Information Administration (EIA) ha comunicato che, nella settimana conclusasi l’11 aprile, le scorte di petrolio greggio negli Stati Uniti sono aumentate di 515 mila barili, raggiungendo un totale di 442.9 milioni di barili.
Questo incremento ha superato le previsioni degli analisti, che stimavano un aumento di 400 mila barili.
L’aumento delle scorte è avvenuto nonostante un significativo incremento delle esportazioni di greggio, salite di 1.8 milioni di barili al giorno, raggiungendo i 5.1 milioni di barili al giorno, il livello più alto da un anno.
Questa discrepanza è stata attribuita a un fattore di aggiustamento denominato “unaccounted for crude oil” di 722000 barili al giorno, utilizzato dall’EIA per bilanciare i dati.
Parallelamente, le scorte di benzina sono diminuite di 2 milioni di barili, attestandosi a 234 milioni di barili, mentre le scorte di distillati, inclusi diesel e olio da riscaldamento, sono scese di 1.9 milioni di barili, raggiungendo i 109.2 milioni di barili, il livello più basso da novembre 2023.
Le importazioni nette di greggio sono diminuite di 2.04 milioni di barili al giorno, e le scorte presso l’hub di Cushing, in Oklahoma, sono calate di 654 mila barili.
Nonostante questi dati, i futures sul greggio sono rimasti relativamente stabili, con un aumento di oltre l’1.5% sia per il Brent che per il WTI.
Giovedì 17 aprile
Nel mese di marzo 2025, i permessi di costruzione negli Stati Uniti hanno mostrato un calo inaspettato, suggerendo un possibile rallentamento nel settore immobiliare residenziale.
Secondo i dati rilasciati dal Census Bureau, il numero di nuovi permessi rilasciati è sceso del 4.3% rispetto al mese precedente, attestandosi su un tasso annualizzato di circa 1.458 milioni di unità, contro gli 1.517 milioni del mese di febbraio.
La flessione ha colto di sorpresa molti analisti, che si aspettavano un dato più stabile, soprattutto alla luce della tenuta osservata in altri comparti dell’edilizia.
Questo rallentamento potrebbe riflettere l’effetto combinato dell’aumento dei tassi ipotecari, della persistente inflazione e della maggiore cautela da parte degli sviluppatori immobiliari, che osservano con attenzione l’andamento della domanda.
Tuttavia, alcuni osservatori fanno notare che, nonostante la frenata mensile, i livelli complessivi dei permessi restano in linea con quelli del 2023, suggerendo una certa resilienza di fondo del mercato.
Nella stessa giornata, il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha comunicato che, nel mese di marzo, i nuovi cantieri edili residenziali hanno registrato un calo significativo.
Le nuove costruzioni sono diminuite dell’11.4% rispetto a febbraio, attestandosi su un tasso annualizzato di 1324 milioni di unità, al di sotto delle aspettative degli analisti che prevedevano 1420 milioni.
In particolare, le costruzioni di abitazioni unifamiliari, che rappresentano la maggior parte del mercato, sono scese del 14.2%, raggiungendo il livello più basso degli ultimi otto mesi con 940000 unità.
Questo rallentamento è attribuito principalmente all’aumento dei costi dei materiali da costruzione, influenzati dai dazi imposti dall’amministrazione Trump su numerose importazioni.
Secondo la National Association of Home Builders, questi dazi hanno comportato un incremento medio di 10900 dollari per abitazione, riducendo la redditività per i costruttori e scoraggiando l’avvio di nuovi progetti.
Nonostante un leggero calo dei tassi ipotecari, la combinazione di costi elevati e incertezze economiche ha contribuito a questa flessione nel settore edilizio.
È stata poi la volta dell’indice manifatturiero regionale della FED di Philadelphia per aprile, che ha evidenziato un marcato peggioramento dell’attività industriale nel distretto.
L’indice generale è sceso a -26.4 punti, in netto calo rispetto ai 12.5 di marzo e ben al di sotto delle aspettative degli analisti, che prevedevano un valore positivo intorno a 2.2.
Si tratta del livello più basso registrato dal periodo pandemico di aprile 2020.
La componente degli ordini ha subito una flessione ancora più accentuata, passando da +8.7 a -34.2, segnalando un forte rallentamento della domanda.
Anche le spedizioni sono diminuite, con l’indice che è sceso a -9.1.
L’occupazione è rimasta sostanzialmente stabile, con un indice a 0.2, mentre la durata media della settimana lavorativa si è ridotta significativamente, passando da +8.7 a -12.7.
Nonostante la contrazione dell’attività, le pressioni inflazionistiche persistono: l’indice dei prezzi pagati è salito a 51.0, il valore più alto da luglio 2022, e quello dei prezzi ricevuti è aumentato a 30.7.
Le aspettative per i prossimi sei mesi rimangono deboli, con l’indice delle prospettive future che si attesta a 6.9.
Gli analisti attribuiscono questo deterioramento alle incertezze legate ai nuovi dazi introdotti dall’amministrazione Trump, che potrebbero aver influenzato negativamente la fiducia e gli investimenti nel settore manifatturiero.
In ultimo, il Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti ha riportato che le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione per la settimana precedente sono scese a 212000 unità, rispetto alle 222000 della settimana precedente.
Questo dato ha sorpreso positivamente gli analisti, che si aspettavano un valore in linea o leggermente superiore, segnalando che il mercato del lavoro statunitense continua a mostrare resilienza nonostante i segnali di rallentamento in altri settori dell’economia.
La media mobile a quattro settimane è salita leggermente a 214500 unità, suggerendo comunque una certa stabilità nel tempo.
Questo trend continua a indicare una domanda sostenuta di lavoro, in contrasto con le recenti debolezze emerse nell’industria manifatturiera e nel settore immobiliare.
Gli analisti sottolineano che, al momento, non si osservano pressioni significative sul fronte occupazionale tali da giustificare un cambio di rotta immediato da parte della Federal Reserve in materia di politica monetaria.
Il punto sui mercati e sulla volatilità implicita
Previsioni sostanzialmente azzeccate la scorsa settimana, e ora che succederà? I nostri indicatori segnalano la possibilità di una nuova correzione marcata nei primi giorni della settimana, e di una ripresa a partire dalla serata di mercoledì.
VIX – Fase di Rientro e Consolidamento
Il VIX, barometro della volatilità implicita nei mercati azionari statunitensi, prosegue il movimento discendente avviato l’8 aprile.
Le attuali proiezioni si allineano alle previsioni formulate nel report precedente, con una validazione parziale, ma significativa, da parte del mercato.
I modelli tecnici indicano che la struttura del trend ribassista è al momento sostenibile e potrebbe estendersi nel breve periodo, suggerendo una graduale riduzione della percezione del rischio sistemico da parte degli operatori.
S&P in prossimità di un Livello Chiave
L’indice benchmark dell’equity statunitense si trova in una fase tecnica delicata.
Nonostante il contesto di medio-lungo periodo rimanga ancora impostato al ribasso, le ultime due settimane hanno evidenziato segnali preliminari di una potenziale fase di accumulazione.
Il supporto tecnico di maggiore rilevanza si colloca in area 4364 punti.
Tuttavia, anche in considerazione del così distante pavimento/supporto, alcuni indicatori di breve periodo segnalano un rischio concreto di flessione nel corso della prima metà della settimana.
Successivamente, tra mercoledì sera e venerdì, potrebbe manifestarsi una reazione positiva dei prezzi, anche in virtù di una favorevole stagionalità di periodo.
Calendario macroeconomico USA di questa settimana
Lunedì 21 aprile
Per oggi è previsto il rilascio del Leading Economic Index (LEI) degli Stati Uniti, pubblicato dal Conference Board.
Questo indicatore anticipatore misura l’andamento futuro dell’economia attraverso una media ponderata di dieci variabili, tra cui ordini manifatturieri, richieste di sussidi di disoccupazione, permessi edilizi e aspettative dei consumatori.
Il dato sarà riferito al mese di marzo e verrà pubblicato alle ore 10:00 Eastern Time, corrispondenti alle 16:00 ora italiana.
Il consenso degli analisti prevede una variazione mensile del -0.3%, in linea con il dato di febbraio.
Il LEI ha mostrato una tendenza negativa negli ultimi mesi, con cali consecutivi che riflettono le incertezze legate alle politiche commerciali e alle condizioni economiche globali.
Un’ulteriore contrazione potrebbe rafforzare le preoccupazioni riguardo a un possibile rallentamento dell’economia statunitense nel prossimo futuro.
Martedì 22 aprile
Per oggi è prevista la pubblicazione del Richmond Fed Manufacturing Index, che misura l’attività manifatturiera nel distretto della Federal Reserve di Richmond, comprendente Virginia, Maryland, Carolina del Nord, Carolina del Sud, il Distretto di Columbia e parte della Virginia Occidentale.
Il dato sarà rilasciato alle ore 10:00 Eastern Time, corrispondenti alle 16:00 ora italiana.
Secondo le previsioni di Trading Economics, l’indice è atteso a -8.0 punti per il mese di aprile, indicando una contrazione dell’attività manifatturiera nella regione.
Il Richmond Fed Manufacturing Index è un indicatore importante per valutare la salute del settore manifatturiero nella regione e può influenzare le aspettative di politica monetaria e le decisioni di investimento.
Mercoledì 23 aprile
Giornata veramente densa di eventi macro, quella di oggi.
Si comincerà con il dato settimanale sulle richieste di mutui ipotecari negli Stati Uniti, rilevato dalla Mortgage Bankers Association (MBA).
Il dato sarà disponibile alle ore 13:00 italiane e rifletterà l’andamento delle domande di mutuo nella settimana conclusasi il 18 aprile.
Nella settimana precedente, terminata l’11 aprile, le richieste di mutui sono diminuite dell’8.5% rispetto alla settimana precedente, segnando un’inversione di tendenza dopo l’aumento del 20% registrato nella settimana precedente.
La flessione è stata attribuita a un incremento dei tassi ipotecari, che hanno raggiunto il 6.81% per i mutui a tasso fisso trentennale, scoraggiando sia le nuove richieste di acquisto che le operazioni di rifinanziamento.
Gli analisti monitoreranno attentamente il dato del 23 aprile per valutare se la contrazione osservata sia stata un episodio isolato o l’inizio di una tendenza più prolungata, soprattutto in un contesto di tassi ancora elevati e incertezza economica.
Alle 15:45, sarà il turno dei dati preliminari degli indici PMI (Purchasing Managers’ Index) per gli Stati Uniti, a cura di S&P Global.
Questi indici forniscono una valutazione tempestiva dell’andamento dell’attività economica nei settori manifatturiero e dei servizi.
Secondo le previsioni, il PMI manifatturiero dovrebbe attestarsi a 49.4 punti, in calo rispetto ai 50.2 di marzo, indicando una contrazione dell’attività nel settore.
Il PMI dei servizi è atteso a 52.5 punti, anch’esso in diminuzione rispetto ai 54.4 precedenti, ma ancora in territorio di espansione.
Non sono disponibili stime in merito al PMI composito, che combina i due settori, secondo una ponderazione variabile, ma che in generale attribuisce maggiore importanza al lato servizi, preponderante nell’economia americana.
Questi dati saranno monitorati attentamente dagli operatori di mercato per valutare la salute dell’economia statunitense e le possibili implicazioni per la politica monetaria della Federal Reserve.
Alle ore 16:00 italiane, il Census Bureau pubblicherà i dati sulle vendite di nuove abitazioni negli Stati Uniti, riferiti al mese di marzo.
Questo indicatore misura il numero di contratti firmati per l’acquisto di case unifamiliari nuove, rappresentando circa il 10% del mercato immobiliare residenziale statunitense.
Nel mese precedente, febbraio 2025, le vendite di nuove abitazioni sono aumentate dell’1.8% rispetto a gennaio, raggiungendo un tasso annualizzato destagionalizzato di 676000 unità.
Il prezzo mediano di vendita si è attestato a 414500 dollari, mentre il prezzo medio è stato di 487100 dollari.
L’inventario delle case nuove disponibili è salito a 500000 unità, corrispondenti a 8.9 mesi di offerta al ritmo di vendita corrente.
Le previsioni per marzo indicano un possibile rallentamento delle vendite, influenzato da fattori come l’aumento dei tassi ipotecari, che si aggirano intorno al 6.8%, e l’incertezza economica legata alle politiche commerciali.
Secondo un recente rapporto di Redfin, oltre il 30% degli americani sta posticipando l’acquisto di beni di grande valore, come le abitazioni, a causa delle preoccupazioni economiche e dell’impatto dei dazi.
Inoltre, i costruttori stanno adottando strategie più aggressive per stimolare le vendite, offrendo incentivi come la riduzione dei tassi ipotecari e altre concessioni.
Tuttavia, la domanda rimane debole, e si prevede che le vendite di nuove abitazioni possano subire una flessione nel breve termine.
Infine, alle 16.30, la U.S. Energy Information Administration (EIA) pubblicherà il Weekly Petroleum Status Report, che include i dati settimanali sulle scorte di petrolio greggio negli Stati Uniti.
Questo rapporto fornisce informazioni dettagliate sull’andamento delle scorte di petrolio e dei principali prodotti petroliferi, rappresentando un indicatore chiave per valutare l’equilibrio tra domanda e offerta nel mercato energetico.
Nella settimana precedente, conclusasi l’11 aprile, le scorte commerciali di greggio sono aumentate di 0.5 milioni di barili, raggiungendo un totale di 442.9 milioni di barili, circa il 6% al di sotto della media quinquennale per questo periodo dell’anno.
Parallelamente, le scorte di benzina sono diminuite di 2.0 milioni di barili, mentre quelle di distillati, inclusi diesel e olio da riscaldamento, sono scese di 1.9 milioni di barili.
Le scorte di propano/propilene hanno registrato una diminuzione di 1.3 milioni di barili.
Nel complesso, le scorte totali di prodotti petroliferi commerciali sono diminuite di 2.1 milioni di barili nella settimana considerata.
Questi dati suggeriscono un mercato petrolifero relativamente bilanciato, con una leggera tendenza al ribasso delle scorte complessive.
L’andamento delle scorte di petrolio è monitorato attentamente dagli operatori di mercato, poiché può influenzare le aspettative sui prezzi del greggio e sulle dinamiche dell’offerta e della domanda.
Un aumento delle scorte potrebbe indicare un eccesso di offerta o una domanda più debole, mentre una diminuzione potrebbe suggerire un mercato più ristretto.
Pertanto, il rapporto dell’EIA del 23 aprile sarà seguito con interesse per valutare le implicazioni per il mercato energetico e le possibili ripercussioni sui prezzi del petrolio.
Giovedì 24 aprile
Giornata “piena” anche oggi, con molti altri dati importanti in arrivo.
Si comincia alle 14.30, con il Census Bureau, che pubblicherà i dati relativi agli ordini di beni durevoli per il mese di marzo.
Questo indicatore misura la variazione mensile del valore degli ordini ricevuti dai produttori statunitensi per beni destinati a durare almeno tre anni, come veicoli, macchinari e apparecchiature elettroniche.
Secondo le previsioni, gli ordini totali di beni durevoli dovrebbero aumentare dell’1.5% rispetto al mese precedente, mentre gli ordini core, che escludono il settore dei trasporti, sono attesi in crescita dello 0.2%.
Nel mese di febbraio, gli ordini totali erano aumentati dello 0.9%, superando le aspettative di un calo dell’1.1%, mentre gli ordini core avevano registrato un incremento dello 0.7%.
Gli analisti attribuiscono parte della crescita degli ordini di febbraio a un anticipo degli acquisti da parte dei produttori, in vista dell’entrata in vigore dei nuovi dazi imposti dall’amministrazione Trump su acciaio, alluminio e altri beni importati.
Questo fenomeno potrebbe aver temporaneamente gonfiato i dati, rendendo i risultati di marzo particolarmente rilevanti per valutare l’effettivo stato della domanda nel settore manifatturiero.
Il dato sugli ordini di beni durevoli è considerato un indicatore anticipatore dell’attività economica, poiché riflette le decisioni di investimento delle imprese.
Un aumento degli ordini suggerisce una maggiore fiducia nel futuro dell’economia, mentre una diminuzione può indicare un rallentamento previsto nella domanda.
Pertanto, il rilascio dei dati di marzo sarà attentamente monitorato dagli operatori di mercato e dai responsabili delle politiche economiche per valutare le prospettive di crescita e le potenziali implicazioni per la politica monetaria.
Sempre alle 14.30, il Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti pubblicherà i dati settimanali sulle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione, relativi alla settimana conclusasi il 19 aprile.
Nella settimana precedente, terminata il 12 aprile, le richieste sono diminuite di 9000 unità, attestandosi a 215000, il livello più basso degli ultimi due mesi.
Questo dato ha sorpreso gli analisti, che si aspettavano un aumento a 225000 unità.
La media mobile a quattro settimane, considerata un indicatore più stabile, è scesa a 220750 unità.
Tuttavia, le richieste continuative sono aumentate di 41000 unità, raggiungendo 1885000, segnalando una certa difficoltà per i disoccupati nel rientrare rapidamente nel mercato del lavoro.
Questi dati suggeriscono che, nonostante le incertezze economiche e le tensioni commerciali, il mercato del lavoro statunitense rimane resiliente.
Tuttavia, l’aumento delle richieste continuative potrebbe indicare una maggiore prudenza da parte delle imprese nell’assunzione di nuovo personale.
Il dato sulle richieste di sussidi di disoccupazione sarà attentamente monitorato dagli operatori di mercato e dai responsabili delle politiche economiche per valutare la solidità del mercato del lavoro e le possibili implicazioni per la politica monetaria.
E ancora, la Federal Reserve Bank di Chicago pubblicherà il Chicago Fed National Activity Index (CFNAI) relativo al mese di marzo.
Questo indicatore mensile sintetizza 85 variabili economiche provenienti da quattro categorie:
- produzione e reddito;
- occupazione, disoccupazione e ore lavorate;
- vendite, ordini e scorte;
- consumo personale e edilizia residenziale.
Nel mese di febbraio, il CFNAI è salito a +0.18, rispetto al -0.08 di gennaio, suggerendo un’accelerazione della crescita economica rispetto alla media storica.
Il valore zero dell’indice indica un’espansione dell’economia al tasso medio storico; valori positivi suggeriscono una crescita superiore alla media, mentre valori negativi indicano una crescita inferiore alla media.
Il CFNAI-MA3, la media mobile su tre mesi dell’indice, è aumentato a +0.15 da +0.07, segnalando un miglioramento della tendenza economica.
L’aumento dell’indice a febbraio è stato trainato principalmente dai settori della produzione e del reddito, che hanno contribuito con +0.19 all’indice, rispetto a +0.02 di gennaio.
Anche le categorie delle vendite, ordini e scorte, e del consumo personale e edilizia residenziale hanno mostrato miglioramenti, sebbene con contributi più modesti.
Gli analisti attendono con interesse il dato di marzo per valutare se la tendenza positiva osservata a febbraio proseguirà, soprattutto alla luce delle recenti incertezze economiche e delle politiche commerciali in evoluzione.
Un CFNAI positivo potrebbe indicare una crescita economica sostenuta, mentre un valore negativo potrebbe suggerire un rallentamento.
Alle 16:00, la National Association of Realtors (NAR) pubblicherà i dati sulle vendite di case esistenti negli Stati Uniti per il mese di marzo.
Questo indicatore misura il numero di transazioni concluse per abitazioni già costruite, rappresentando oltre il 90% del mercato immobiliare residenziale statunitense.
Nel mese di febbraio, le vendite di case esistenti sono aumentate del 4.2% rispetto a gennaio, raggiungendo un tasso annualizzato destagionalizzato di 4.26 milioni di unità.
Tuttavia, su base annua, le vendite sono diminuite dell’1.2%.
Il prezzo mediano di vendita è salito a 398400 dollari, segnando il 20° mese consecutivo di aumenti su base annua.
L’inventario di case invendute è aumentato del 5.1% rispetto al mese precedente, attestandosi a 1.24 milioni di unità, equivalenti a 3.5 mesi di offerta al ritmo di vendita corrente.
Per marzo, si prevede un possibile rallentamento delle vendite, influenzato da fattori come l’aumento dei tassi ipotecari e l’incertezza economica.
Secondo un recente rapporto di Zillow, l’inventario di case in vendita è salito a 1.15 milioni di unità, il livello più alto per un mese di marzo dal 2020, mentre i prezzi delle abitazioni sono aumentati solo dello 0.2% rispetto al mese precedente, il ritmo più lento per un mese di marzo dal 2018.
Inoltre, circa il 23.5% delle inserzioni ha subito una riduzione di prezzo, indicando una crescente pressione sui venditori per attrarre acquirenti.
Questi dati saranno attentamente monitorati dagli operatori di mercato e dai responsabili delle politiche economiche per valutare la solidità del mercato immobiliare e le possibili implicazioni per l’economia statunitense.
A chiudere la giornata, alle 16:30, ci penserà la U.S. Energy Information Administration (EIA), che pubblicherà il Weekly Natural Gas Storage Report, relativo alla settimana conclusasi il 18 aprile.
Questo rapporto fornisce dati settimanali sulle scorte di gas naturale negli Stati Uniti, rappresentando un indicatore chiave per valutare l’equilibrio tra domanda e offerta nel mercato energetico.
Nella settimana precedente, terminata l’11 aprile, le scorte di gas naturale sono aumentate di 16 miliardi di piedi cubi (Bcf), raggiungendo un totale di 1846 Bcf.
Questo incremento è stato inferiore alle aspettative degli analisti, che prevedevano un aumento di 24 Bcf.
Rispetto all’anno precedente, le scorte risultano inferiori del 20.6% (2326 Bcf nel 2024), e del 3.9% rispetto alla media quinquennale di 1920 Bcf.
L’andamento delle scorte di gas naturale è monitorato attentamente dagli operatori di mercato, poiché può influenzare le aspettative sui prezzi del gas e sulle dinamiche dell’offerta e della domanda.
Un aumento delle scorte superiore alle attese potrebbe indicare una domanda più debole o un’offerta più abbondante, esercitando pressione al ribasso sui prezzi.
Al contrario, un incremento inferiore alle previsioni potrebbe suggerire una domanda più robusta o un’offerta limitata, sostenendo i prezzi.
Pertanto, il rapporto dell’EIA del 24 aprile sarà seguito con interesse per valutare le implicazioni per il mercato del gas naturale e le possibili ripercussioni sui prezzi dell’energia.
Venerdì 25 aprile
Soltanto un dato in previsione per oggi: alle 16:00, l’Università del Michigan pubblicherà la lettura finale dell’Indice di Fiducia dei Consumatori per il mese di aprile.
La stima preliminare, diffusa l’11 aprile, ha evidenziato un netto peggioramento del sentiment, con l’indice sceso a 50.8 punti rispetto ai 57.0 di marzo, segnando il livello più basso dal giugno 2022.
Si tratta del quarto calo mensile consecutivo e di una flessione del 34% su base annua.
Il deterioramento è stato generalizzato, coinvolgendo tutte le fasce di età, reddito, istruzione, regione geografica e orientamento politico.
I consumatori hanno espresso crescenti preoccupazioni riguardo alle condizioni economiche future, alle proprie finanze personali, ai redditi, all’inflazione e al mercato del lavoro.
In particolare, le aspettative di inflazione a un anno sono balzate al 6.7%, il valore più alto dal 1981, mentre le aspettative a cinque anni sono salite al 4.4%.
Questa lettura finale sarà attentamente monitorata dagli operatori di mercato e dai responsabili delle politiche economiche per valutare l’impatto delle recenti tensioni commerciali e dei dazi sulle prospettive economiche e sul comportamento dei consumatori.
Trading operativo: il portafoglio delle strategie di Erere
La settimana scorsa non ci sono state variazioni di rilievo nella performance del conto di trading di Erere: il saldo finale si è fermato praticamente allo stesso livello di venerdì 11 aprile.
Sono scadute alcune posizioni long call di copertura delle ccw aggressive fatte sui titoli che sono scesi molto nelle settimane di “balletto” sui dazi di Trump.
Nulla da segnalare, quindi, si continua con la gestione delle posizioni in essere, per generare cash un po’ alla volta e recuperare le svalutazioni, anche quelle “toste”.
Il portafoglio CFM, sulla scadenza di aprile, ha generato il più alto incasso di premi visto finora.
Ma questo incasso è stato neutralizzato dalla recente forte discesa di tanti titoli in portafoglio.
Anche qui, ci sarà da lavorare per recuperare le perdite teoriche, ma sarà, come sempre, un gioco di pazienza e di metodo.
Ottima performance da parte della strategia Short Term Long Call SPY, che nonostante il momentaccio causato dai dazi di Trump è riuscita a mettere a segno una sequenza di tre trade vincenti consecutivi, portando così l’equity in sample ad un nuovo massimo storico.
Anche la strategia High Probability Naked Put Selling ha superato brillantemente il mese dei dazi di Trump, mettendo a segno una piccola performance positiva: +0.85% sul capitale iniziale.
Quattro posizioni aperte, tre vincenti, una perdente.
Si conferma, quindi, la robustezza della strategia, e la forza sinergica dei modelli probabilistici della piattaforma Trade AI, di cui siamo orgogliosi partner.
Il focus settoriale della settimana
Per questa settimana, il settore aerospaziale e della difesa merita particolare attenzione.
Le recenti tensioni geopolitiche in Medio Oriente e in Asia, unite al rafforzamento delle spese militari da parte di Stati Uniti, Europa e alleati, stanno riportando l’interesse degli investitori su un comparto storicamente difensivo ma con cicli di crescita legati ai budget pubblici e all’innovazione tecnologica.
Il supporto governativo resta solido: il budget 2025 del Dipartimento della Difesa statunitense prevede un aumento della spesa in modernizzazione e nuove tecnologie, con enfasi su intelligenza artificiale, cybersicurezza, sistemi autonomi e missilistica avanzata.
Anche in Europa si registra una spinta all’aumento dei bilanci militari, con la NATO che sollecita i membri a raggiungere il target del 2% del PIL in spese difensive.
Questo trend potrebbe beneficiare aziende come Lockheed Martin, Northrop Grumman, Raytheon Technologies, e General Dynamics, che nelle prossime settimane annunceranno i risultati trimestrali.
Anche il comparto aerospaziale civile sta mostrando segnali di recupero, con la domanda di nuovi velivoli in aumento da parte delle compagnie aeree, soprattutto asiatiche, dopo il rallentamento post-COVID.
Tuttavia, la componente commerciale rimane più ciclica e vulnerabile a variazioni nei costi dei materiali e nella logistica globale.
L’outlook resta positivo nel medio termine, ma come sempre è cruciale monitorare l’evoluzione geopolitica e i flussi governativi per valutare l’effettiva sostenibilità della fase di crescita in atto.
Per gli investitori interessati a una diversificazione tematica, tre ETF di riferimento sono:
– iShares U.S. Aerospace & Defense ETF (ITA), che replica le principali aziende americane del comparto;
– SPDR S&P Aerospace & Defense ETF (XAR), con una ponderazione più equamente distribuita;
– Invesco Aerospace & Defense ETF (PPA), che include anche una componente selezionata di aziende tecnologiche legate alla sicurezza.
Gli earnings principali di questa settimana
Lunedì 21 aprile
Non sono previsti rilasci di earning particolarmente rilevanti, oggi.
Martedì 22 aprile
General Electric (GE) – Prima dell’apertura
General Electric pubblicherà i risultati del primo trimestre 2025 in una fase di profonda trasformazione, avendo completato lo spin-off delle divisioni Healthcare e Energy.
Il business rimanente, GE Aerospace, rappresenta oggi il core dell’azienda, focalizzato sui motori aeronautici e sui servizi associati.
Il contesto di mercato è favorevole, con una domanda in ripresa sia nel traffico aereo civile che nei programmi di difesa.
La società ha mostrato una solida performance nel 2024, superando le aspettative sugli utili e con margini operativi in miglioramento.
Gli analisti si aspettano che la trimestrale confermi la traiettoria di crescita dei ricavi e del cash flow, trainata da ordini robusti e da un’espansione del portafoglio aftermarket.
Particolare attenzione sarà rivolta alla guidance per l’intero anno e alla capacità del management di consolidare la nuova identità post-scissione.
Halliburton (HAL) – Prima dell’apertura
Halliburton si prepara a pubblicare i risultati del primo trimestre 2025 in un contesto complesso per il settore dei servizi petroliferi.
L’azienda ha segnalato aspettative di ricavi stabili o in lieve calo per l’anno, a causa della debolezza delle attività in Nord America e Messico, dove si osserva una contrazione delle attività di fratturazione idraulica e una pressione sui prezzi dei servizi.
Tuttavia, Halliburton continua a beneficiare della sua esposizione internazionale, con una crescita significativa in America Latina e Medio Oriente, sostenuta da contratti offshore e progetti di sviluppo in Iraq .
Nonostante le sfide, l’azienda mantiene una solida generazione di cassa, con margini di free cash flow superiori all’11% nel 2024, destinando circa il 60% di tali flussi al ritorno per gli azionisti attraverso dividendi e riacquisti di azioni
Gli investitori monitoreranno attentamente le indicazioni del management sull’evoluzione del backlog e sulle strategie di contenimento dei costi, in un contesto di crescente disciplina di capitale da parte delle major petrolifere.
Intuitive Surgical (ISRG) – Dopo la chiusura
Intuitive Surgical, leader globale nella chirurgia robotica mini-invasiva, pubblicherà i risultati del primo trimestre 2025 il 22 aprile.
L’azienda è nota per il sistema da Vinci, utilizzato in oltre 14 milioni di interventi in 71 Paesi.
Nel 2024 ha registrato ricavi per 8.4 miliardi di dollari, con una crescita del 17% su base annua e un utile netto in aumento del 29%.
Per il 2025 è atteso un incremento del volume delle procedure tra il 13% e il 16%.
Gli analisti prevedono un utile per azione di 1.44 dollari per il trimestre.
L’attenzione sarà rivolta alla domanda globale per le procedure, all’espansione del sistema da Vinci e all’adozione della piattaforma Ion per la broncoscopia robotica.
Gli investitori seguiranno con interesse anche le indicazioni sulla gestione dei costi e lo sviluppo nei mercati emergenti.
Kimberly Clark (KMB) – Prima dell’apertura
Kimberly-Clark, multinazionale statunitense attiva nel settore dei beni di consumo, presenterà i risultati del primo trimestre martedì 22 aprile.
L’azienda è nota per marchi globali come Huggies, Kleenex, Scottex, con una presenza in oltre 175 Paesi.
Nel 2024 ha registrato ricavi per 20.4 miliardi di dollari, in crescita dell’1%, sostenuti da politiche di prezzo favorevoli nonostante una lieve contrazione dei volumi.
Il mercato si attende un utile per azione di circa 1.60 dollari per il trimestre.
Gli investitori seguiranno con attenzione l’evoluzione dei costi delle materie prime, in particolare la cellulosa, e l’effetto della normalizzazione dei prezzi energetici sulla marginalità operativa.
Altro punto chiave sarà la performance nei mercati emergenti, che hanno sostenuto la crescita nei trimestri precedenti.
Lockheed Martin (LMT) – Prima dell’apertura
Lockheed Martin, colosso della difesa e dell’aerospazio, pubblicherà i risultati del primo trimestre martedì 22 aprile 2025.
L’azienda genera oltre il 70% del fatturato da contratti con il governo statunitense, in particolare per i programmi F-35, sistemi missilistici e difesa spaziale.
Nel 2024 ha chiuso con ricavi pari a 67.6 miliardi di dollari e una redditività stabile, grazie al forte portafoglio ordini e all’incremento della spesa militare globale.
Il consenso attuale prevede un utile per azione trimestrale di circa 6.36 dollari.
Gli analisti si concentreranno sulle nuove commesse legate alla crescente domanda di sistemi di difesa avanzati, in un contesto di tensioni geopolitiche elevate.
Altro punto di attenzione sarà la gestione dei costi nei programmi a lungo termine e l’andamento delle consegne degli F-35, spesso soggette a ritardi.
Mattel (MAT) – Prima dell’apertura
Mattel rilascerà i risultati del primo trimestre martedì 22 aprile 2025.
Tra i leader mondiali dell’industria del giocattolo, sta cercando di capitalizzare sul successo del marchio Barbie, rinvigorito dal film campione d’incassi del 2023, e su una strategia di espansione basata su licenze, entertainment e contenuti multimediali.
Il settore, tuttavia, resta sotto pressione per via del rallentamento dei consumi e di margini compressi da costi di produzione e distribuzione elevati.
Per il trimestre in arrivo, gli analisti prevedono una perdita per azione attorno a 0.09 dollari, in linea con la stagionalità che storicamente penalizza l’inizio dell’anno.
Il mercato sarà attento alla traiettoria dei ricavi e a eventuali aggiornamenti sul portafoglio di brand in licenza.
3M (MMM) – Prima dell’apertura
3M pubblicherà i risultati del primo trimestre martedì 22 aprile 2025, in un contesto di profonda ristrutturazione aziendale.
L’azienda, nota per la sua diversificata gamma di prodotti industriali, sanitari e consumer, ha recentemente completato lo spin-off di Solventum, la divisione healthcare.
Il mercato sta ora osservando con attenzione come la “nuova” 3M si riposizionerà, puntando su margini più stabili e una struttura più snella.
Le aspettative per il trimestre vedono un utile per azione attorno a 1.97 dollari, con ricavi in calo a causa delle dismissioni ma margini potenzialmente in miglioramento.
Gli investitori guarderanno soprattutto a guidance e flussi di cassa, per valutare la sostenibilità del dividendo e il potenziale di rilancio post-separazione.
Northrop Grumman (NOC) – Prima dell’apertura
Northrop Grumman pubblicherà i risultati del primo trimestre martedì 22 aprile 2025.
L’azienda è uno dei principali contractor della difesa statunitense, con un focus su sistemi aerospaziali, tecnologie di difesa avanzata e cybersicurezza.
Il contesto attuale, segnato da tensioni geopolitiche elevate, gioca a favore di un comparto difensivo che continua a beneficiare di budget militari in espansione, soprattutto negli Stati Uniti e in Europa.
Gli analisti si aspettano un utile per azione di circa 5.64 dollari, in lieve calo rispetto all’anno precedente, e ricavi stabili intorno ai 10.7 miliardi di dollari.
L’attenzione sarà rivolta alla crescita degli ordini e agli aggiornamenti sui grandi programmi governativi, come il B-21 Raider, considerati driver fondamentali per la performance di lungo periodo.
Old Natonal Bancorp (ONB) – Prima dell’apertura
Old National Bancorp pubblicherà i risultati trimestrali martedì 22 aprile 2025.
La banca regionale, con sede in Indiana, opera prevalentemente nel Midwest degli Stati Uniti e si concentra su attività di retail e commercial banking, gestione patrimoniale e prestiti ipotecari.
Il settore bancario regionale è sotto pressione da diversi trimestri, a causa della compressione dei margini da interesse e della concorrenza sui tassi di deposito.
Tuttavia, la banca ha mostrato solidità patrimoniale e una gestione prudente del rischio.
Gli investitori guarderanno con attenzione alla qualità del credito, all’andamento dei depositi e al margine netto di interesse.
Le attese di mercato puntano su un utile per azione intorno a 0.36 dollari, con ricavi stimati a circa 475 milioni di dollari.
Tesla (TSLA) – Dopo la chiusura
Tesla presenterà i risultati martedì 22 aprile 2025, in un momento di forte pressione mediatica e reputazionale.
Oltre alle sfide del settore EV, il marchio è bersaglio di boicottaggi e vandalismi in diverse regioni, alimentati dal coinvolgimento politico di Elon Musk e dalla sua vicinanza a Donald Trump.
Le vendite globali mostrano segni di rallentamento, anche a causa della crescente concorrenza da parte di produttori cinesi e tradizionali.
Il mercato osserverà con attenzione la tenuta dei margini operativi, i dati sulle consegne e soprattutto la guidance.
Qualsiasi deviazione dalle attese potrebbe innescare ulteriori pressioni sul titolo, già provato da un sentiment estremamente polarizzato.
Verizon (VZ) – Prima dell’apertura
Verizon annuncerà i risultati del primo trimestre martedì 22 aprile 2025, in un contesto di maturità del mercato delle telecomunicazioni statunitensi.
L’azienda continua a puntare sull’espansione della rete 5G e sull’integrazione di servizi a valore aggiunto per contrastare il rallentamento nella crescita degli abbonati.
Il settore è sotto pressione a causa dell’intensificarsi della concorrenza, della saturazione del mercato mobile e della sensibilità al prezzo da parte dei consumatori.
Gli analisti si attendono stabilità nei ricavi e un focus sulla generazione di cassa e sulla riduzione del debito.
Saranno inoltre rilevanti eventuali aggiornamenti sulla strategia infrastrutturale e sull’efficienza operativa.
Mercoledì 23 aprile
Edward Lifesciences (EW) – Dopo la chiusura
Edwards Lifesciences (NYSE: EW), leader globale nell’innovazione cardiaca strutturale, pubblicherà i risultati del primo trimestre 2025 mercoledì 23 aprile, dopo la chiusura dei mercati.
La conference call è prevista per le 23:00 ora italiana.
Le stime degli analisti prevedono un utile per azione (EPS) di 0.60 dollari, in calo rispetto agli 0.66 dollari dello stesso periodo dell’anno precedente
La società continua a beneficiare della forte domanda per le sue valvole transcatetere e delle innovazioni nel trattamento delle patologie cardiache strutturali .
International Business Machines (IBM) – Dopo la chiusura
IBM, storico colosso tecnologico con sede ad Armonk, New York, pubblicherà i risultati del primo trimestre 2025 mercoledì 23 aprile, dopo la chiusura dei mercati.
La conference call è prevista per le 23:00 ora italiana.
Le stime degli analisti prevedono un utile per azione (EPS) di 1.42 dollari, in calo rispetto agli 1.68 dollari dello stesso periodo dell’anno precedente.
L’azienda continua a beneficiare della forte domanda per le sue soluzioni di cloud ibrido e intelligenza artificiale, con una crescita prevista dei ricavi superiore al 5% per il 2025.
IMAX Corporation (IMAX) – Dopo la chiusura
IMAX Corporation, leader globale nelle tecnologie cinematografiche immersive, pubblicherà i risultati del primo trimestre 2025 mercoledì 23 aprile, dopo la chiusura dei mercati.
Le stime degli analisti prevedono un utile per azione (EPS) di 0.13 dollari, in calo rispetto agli 0.15 dollari dello stesso periodo dell’anno precedente.
Nel trimestre precedente, l’azienda ha registrato un EPS di 0.17 dollari, mancando le aspettative di 0.31 dollari, e ricavi di 92.67 milioni di dollari, inferiori alle previsioni di 104.08 milioni di dollari.
Matador Resources (MTDR) – Dopo la chiusura
Matador Resources è una compagnia indipendente attiva nel settore dell’esplorazione e produzione di petrolio e gas, con operazioni concentrate principalmente nel bacino del Permiano.
L’azienda si è distinta per una gestione efficiente dei costi e una forte generazione di cassa, anche in contesti di mercato sfavorevoli.
Gli analisti si aspettano un EPS trimestrale di 1.37 dollari e ricavi intorno agli 813 milioni.
A marzo Matador ha annunciato la chiusura dell’acquisizione di Advance Energy Partners, rafforzando ulteriormente la sua presenza nel Delaware Basin.
Newmont Mining (NEM) – Dopo la chiusura
Newmont Corporation è il maggiore produttore mondiale di oro, con attività operative in Nord e Sud America, Australia e Africa.
In un contesto estremamente favorevole per il settore, il prezzo dell’oro ha recentemente superato i 3400 dollari l’oncia, spinto da tensioni geopolitiche, incertezza macroeconomica e attese di politiche monetarie più accomodanti.
Dopo l’acquisizione di Newcrest completata nel 2023, Newmont ha rafforzato ulteriormente la propria leadership nella produzione globale.
Le stime degli analisti prevedono un EPS di 0.90 dollari, in aumento rispetto agli 0.55 dollari dello stesso periodo dell’anno precedente, ma l’attenzione sarà rivolta in particolare ai margini operativi e alla generazione di cassa.
Il titolo ha già registrato un rialzo significativo nel 2025, beneficiando dell’interesse crescente per il comparto aurifero da parte degli investitori istituzionali.
Patterson-UTI Energy (PTEN) – Dopo la chiusura
Patterson-UTI Energy (NASDAQ: PTEN), fornitore di servizi di perforazione e completamento per l’industria petrolifera e del gas, pubblicherà i risultati del primo trimestre 2025.
Le stime degli analisti prevedono una perdita per azione (EPS) di -0.04 dollari, in calo rispetto ai 0.15 dollari dello stesso periodo dell’anno precedente.
Nel 2024, l’azienda ha generato un free cash flow di 523 milioni di dollari, riducendo il debito netto di quasi 100 milioni e restituendo capitale agli azionisti attraverso dividendi e riacquisti di azioni.
Patterson-UTI prevede di continuare a destinare almeno il 50% del free cash flow rettificato agli azionisti nel 2025.
Texas Instruments (TXN) – Dopo la chiusura
Texas Instruments (NASDAQ: TXN), leader globale nei semiconduttori analogici e nei sistemi embedded, pubblicherà i risultati del primo trimestre 2025, con una conference call prevista alle 22:30 ora italiana.
L’azienda mantiene una forte esposizione ai settori industriale e automotive, e continua a fronteggiare una domanda debole, soprattutto nel comparto industriale, a causa del rallentamento ciclico e dell’elevata base di scorte ancora in fase di smaltimento.
Le attese di mercato puntano a un fatturato trimestrale in calo su base annua, ma la redditività resta solida.
TXN sta investendo in capacità produttiva domestica, sostenuta anche dai fondi del CHIPS Act, e resta ben posizionata per cogliere la ripresa della domanda prevista nella seconda metà dell’anno.
Travelzoo (TZOO) – Prima dell’apertura
Travelzoo è una società che offre offerte esclusive su viaggi, hotel, ristoranti ed esperienze locali, operando con un modello basato su newsletter e contenuti digitali.
Nonostante la concorrenza di piattaforme come Booking o Expedia, Travelzoo mantiene una nicchia fidelizzata grazie al taglio editoriale e all’accurata selezione delle offerte.
Il focus del mercato sarà sui margini e sulla crescita degli abbonamenti, soprattutto in Nord America ed Europa.
Dopo un 2024 positivo, il titolo è sotto osservazione per capire se potrà mantenere il ritmo in un contesto in cui i consumatori stanno diventando più selettivi nei viaggi discrezionali.
Vale SA (VALE) – Prima dell’apertura
Vale è uno dei maggiori produttori mondiali di minerale di ferro e nichel, con attività che spaziano dal Brasile al Sud-Est Asiatico.
Il business è fortemente legato all’andamento della domanda cinese e ai prezzi delle materie prime, entrambi sotto pressione nei mesi recenti.
Le tensioni geopolitiche e l’incertezza sul fronte immobiliare in Cina hanno pesato sulle esportazioni, mentre il rallentamento globale limita la visibilità sulla crescita.
Tuttavia, la spinta verso la transizione energetica mantiene alta la domanda di metalli critici come il nichel, favorendo i piani di diversificazione della società.
Gli investitori guarderanno con attenzione alla generazione di cassa, ai dividendi e a eventuali aggiornamenti sulla scissione dell’unità Energy Transition Metals.
Virtu Financial (VIRT) – Prima dell’apertura
Virtu Financial è una delle principali società globali di market making e trading ad alta frequenza.
Il suo modello di business si basa sull’utilizzo di tecnologie avanzate per facilitare transazioni su una vasta gamma di asset in mercati elettronici.
Dopo un 2023 sfidante, caratterizzato da bassa volatilità e volumi contenuti, il 2024 ha visto un parziale recupero grazie al ritorno della volatilità e all’aumento dell’attività su azioni e opzioni.
Tuttavia, la società è sotto pressione per via delle indagini regolatorie in corso e delle polemiche sull’uso dell’order flow.
Il mercato si concentrerà sui margini di profitto e sull’andamento delle commissioni di trading, oltre a eventuali aggiornamenti sul fronte normativo, che resta un rischio strutturale.
Giovedì 24 aprile
American Airlines (AAL) – Prima dell’apertura
American Airlines (AAL) pubblicherà i risultati in un contesto operativo complesso.
Il settore aereo sta beneficiando di una domanda ancora solida, specialmente sul fronte internazionale, ma i costi restano elevati, in particolare per carburante e lavoro.
AAL ha recentemente comunicato previsioni caute per il primo trimestre 2025, indicando margini operativi in calo rispetto all’anno precedente.
La compagnia è inoltre alle prese con il rinnovo contrattuale con alcuni sindacati, fattore che potrebbe influenzare la guidance.
Il focus degli investitori sarà sulla redditività delle rotte principali e su eventuali segnali di rallentamento della domanda domestica.
Agnico Eagle Mines (AEM) – Dopo la chiusura
Agnico Eagle Mines (AEM) arriva alla pubblicazione degli utili con il vento a favore grazie al rally dell’oro, che ha superato i 3400 dollari l’oncia.
Il produttore canadese è uno dei maggiori operatori auriferi al mondo, con asset di alta qualità soprattutto in Canada, Finlandia e Messico.
AEM ha già beneficiato del contesto di prezzi elevati nel trimestre precedente, con margini in crescita e una forte generazione di cassa.
Gli investitori guarderanno ora alla guidance aggiornata, ai costi di produzione per oncia (AISC) e alla gestione del debito.
Possibili sorprese positive da nuovi progetti esplorativi o espansioni produttive.
Freeport McMoRan (FCX) – Prima dell’apertura
Freeport-McMoRan (FCX), uno dei principali produttori mondiali di rame e oro, si appresta a pubblicare i risultati trimestrali in un contesto favorevole per il rame, con i prezzi che hanno recentemente superato i 4.7 dollari per libbra.
Questo valore riflette un contesto di volatilità legato alle incertezze sulle politiche dei dazi statunitensi e sulla domanda globale.
L’azienda è fortemente esposta alla domanda globale di rame, soprattutto legata alla transizione energetica e all’espansione delle infrastrutture elettriche.
Le attenzioni saranno puntate sui volumi di produzione in Sud America e Indonesia, sui costi operativi e su eventuali aggiornamenti sulla miniera di Grasberg.
La performance azionaria riflette già parte dell’ottimismo del mercato, ma la guidance sarà decisiva per la prossima direzione del titolo.
Alphabet (GOOG-GOOGL) – Dopo la chiusura
Alphabet (GOOGL) presenterà i risultati il 24 aprile, con attese di ricavi intorno agli 89.2 miliardi di dollari.
Il mercato si aspetta una crescita solida, trainata dal segmento cloud e dagli investimenti nell’intelligenza artificiale.
Tuttavia, il titolo è sotto pressione dopo la sentenza antitrust sul business pubblicitario, che potrebbe costringere Google a separare parte delle sue attività.
L’azienda continua a spingere sull’AI, con iniziative come Firebase Genkit e modelli collaborativi per agenti intelligenti, ma gli investitori restano cauti sul fronte regolatorio e della concorrenza nel settore pubblicitario.
Helen of Troy (HELE) – Prima dell’apertura
Helen of Troy (HELE), attiva nella produzione e distribuzione di prodotti per la casa, la bellezza e la salute, pubblicherà i risultati il 24 aprile.
L’azienda ha attraversato una fase complessa, con ricavi in calo e margini sotto pressione a causa di una domanda più debole e difficoltà operative.
Nel Q1 l’EPS rettificato è risultato inferiore alle attese e la guidance annuale è stata rivista al ribasso.
Gli investitori si concentreranno sui progressi del piano di ristrutturazione “Project Pegasus”, che punta a migliorare l’efficienza e recuperare redditività.
Harley Davidson (HOG) – Prima dell’apertura
Harley-Davidson (HOG) rilascerà i conti giovedì 24 aprile.
L’iconico produttore di motociclette affronta sfide complesse, tra cui una domanda globale più debole, costi elevati e crescenti difficoltà nel segmento elettrico LiveWire.
Nel 2024 le vendite sono risultate in calo sia negli Stati Uniti sia a livello internazionale, e la divisione finanziaria HDFS ha mostrato un peggioramento della qualità del credito.
Il mercato guarda con attenzione alla tenuta dei margini operativi e a eventuali aggiornamenti sul piano di contenimento costi, mentre permane lo scetticismo sulle prospettive a lungo termine del marchio presso le nuove generazioni.
Intel Corporation (INTC) – Dopo la chiusura
Il colosso dei semiconduttori è al centro dell’attenzione per la sua strategia di rilancio, dopo anni di perdita di quote di mercato a favore di concorrenti come AMD e NVIDIA.
L’azienda punta molto sullo sviluppo della propria divisione foundry e sull’espansione nel settore AI, ma i margini restano sotto pressione.
Dopo una debole performance nel 2024, gli investitori si aspettano segnali concreti di inversione di tendenza, soprattutto in termini di guidance e tempistiche di rilascio delle nuove architetture.
Le spese in conto capitale continuano a essere elevate, mentre il titolo fatica a riconquistare slancio.
Southwest Airlines (LUV) – Prima dell’apertura
La compagnia, focalizzata su voli domestici low cost negli Stati Uniti, sta affrontando margini di pressione a causa dell’aumento dei costi operativi e delle difficoltà nella gestione della flotta, in particolare per i ritardi nelle consegne dei Boeing 737 MAX.
A fronte di una domanda ancora solida per i viaggi leisure, il traffico business fatica a tornare ai livelli pre-pandemia.
Il mercato si aspetta aggiornamenti su eventuali revisioni al piano di capacità per il 2025 e sulla possibilità di migliorare l’efficienza operativa, anche in vista della stagione estiva.
LSI Industries (LYTS) – Prima dell’apertura
LSI Industries (LYTS), specializzata in soluzioni di illuminazione e visualizzazione per ambienti commerciali e industriali, comunicherà i risultati trimestrali giovedì 25 aprile.
L’azienda opera in un segmento di nicchia ma in crescita, sostenuto dalla domanda per soluzioni a LED ad alta efficienza energetica e dalla necessità di ammodernamento delle infrastrutture.
Nonostante l’ambiente competitivo e l’elevata sensibilità ai costi delle materie prime, LSI ha mantenuto margini relativamente stabili negli ultimi trimestri.
Gli investitori attendono indicazioni su nuove commesse, in particolare nel settore retail e della logistica, oltre a segnali di tenuta dei ricavi in un contesto economico incerto.
Merck & Co (MRK) – Prima dell’apertura
Merck & Co. (MRK), una delle principali case farmaceutiche globali, pubblicherà i risultati trimestrali giovedì 25 aprile.
Il colosso è noto soprattutto per il blockbuster oncologico Keytruda, che continua a trainare le vendite grazie alla sua crescente approvazione in nuove indicazioni terapeutiche.
Merck è attiva anche nei vaccini, nel diabete e in ambito animale, e sta investendo fortemente in R&S per rafforzare la pipeline, anche attraverso acquisizioni mirate.
Il mercato si aspetta solidi numeri, ma sarà particolarmente attento a eventuali aggiornamenti sul fronte della concorrenza per Keytruda e sulla strategia post-brevetto.
PG & E (PCG) – Prima dell’apertura
PG&E Corporation (PCG) è una delle principali utility elettriche della California.
L’azienda opera in un contesto particolarmente complesso, segnato da normative ambientali stringenti, rischi climatici crescenti e una storia recente di controversie legate agli incendi boschivi.
Negli ultimi trimestri, PCG ha puntato a rafforzare le infrastrutture e migliorare la resilienza della rete, riducendo i blackout e il rischio di responsabilità legali.
Gli investitori guarderanno con attenzione all’andamento degli investimenti in energia rinnovabile, alla guidance per il 2025 e all’impatto delle dinamiche tariffarie approvate dalla commissione californiana.
PepsiCo (PEP) – Prima dell’apertura
PepsiCo (PEP), colosso globale nel settore alimentare e delle bevande, rilascerà i risultati giovedì 25 aprile.
L’azienda continua a beneficiare di un portafoglio ben diversificato tra snack (Frito-Lay), bevande gassate e non (Pepsi, Gatorade) e prodotti salutistici.
In un contesto di inflazione moderata e consumi resilienti, PepsiCo ha mostrato solidi margini e capacità di trasferire i costi ai consumatori.
Il mercato attende segnali sulla domanda nei mercati emergenti, sull’evoluzione delle vendite online e sull’efficacia delle strategie di prezzo.
Particolare attenzione sarà posta sulle performance negli Stati Uniti, dove la concorrenza resta elevata, e sull’impatto valutario nelle aree internazionali.
Procter & Gamble (PG) – Prima dell’apertura
Il portafoglio di PG comprende marchi iconici come Pampers, Gillette, Ariel e Oral-B, ben posizionati nei segmenti essenziali.
In un contesto di inflazione più contenuta e di stabilizzazione dei costi delle materie prime, l’attenzione degli investitori sarà rivolta alla crescita organica, alla gestione dei volumi e all’andamento nei mercati internazionali.
Il gruppo ha finora mantenuto margini solidi grazie a strategie di pricing efficaci e alla razionalizzazione dei costi.
Si guarderà anche a eventuali aggiornamenti sulla guidance per il FY 2025, in particolare in relazione alla domanda nei mercati sviluppati e all’effetto delle valute estere.
Skechers (SKX) – Dopo la chiusura
Skechers (SKX), noto brand globale di calzature lifestyle e performance, pubblicherà i risultati giovedì 25 aprile.
L’azienda ha continuato a guadagnare quote di mercato grazie a un’offerta ben bilanciata tra comfort, prezzo accessibile e presenza capillare, sia retail che online.
I mercati internazionali, in particolare Asia e America Latina, stanno sostenendo la crescita, mentre negli Stati Uniti la concorrenza resta intensa.
Gli investitori si concentreranno sulla tenuta dei margini, sull’andamento delle vendite dirette e sulle prospettive legate alla strategia di espansione nei canali DTC (direct-to-consumer).
Anche l’evoluzione delle scorte sarà un punto chiave dopo i picchi registrati nel post-pandemia.
Teck Resources (TECK) – Prima dell’apertura
Teck Resources (TECK), uno dei maggiori produttori canadesi di risorse minerarie, è attivo principalmente nel settore del rame, del carbone metallurgico e dello zinco.
Il focus del mercato sarà sulle dinamiche del rame, vista la recente impennata dei prezzi sopra i 4.70 dollari per libbra, alimentata dalla domanda legata alla transizione energetica e da timori sull’offerta.
Teck ha inoltre avviato la separazione del business del carbone, concentrandosi sempre più sul rame come asset strategico.
Le performance operative del progetto QB2 in Cile saranno al centro dell’attenzione, così come gli aggiornamenti su costi e guidance produttive.
In uno scenario favorevole ai metalli industriali, il titolo potrebbe beneficiare della rinnovata attenzione degli investitori sul comparto.
Weyerhouser (WY) – Dopo la chiusura
Weyerhaeuser (WY) è una delle principali società immobiliari e forestali statunitensi, proprietaria di oltre 10 milioni di acri di foreste gestite in Nord America.
L’azienda genera ricavi principalmente attraverso la vendita di legname, prodotti forestali e attività immobiliari.
Il business è ciclico e fortemente legato al mercato edilizio e ai tassi di interesse.
Nonostante i segnali di rallentamento nei nuovi cantieri, la domanda di legname si è mantenuta solida, sostenuta da scorte ridotte e progetti di ristrutturazione.
Il mercato seguirà con attenzione i margini nel segmento Wood Products e gli aggiornamenti sul pricing.
Eventuali segnali di stabilizzazione nei permessi edilizi potrebbero favorire una revisione positiva delle stime.
Venerdì 25 aprile
Avantor (AVTR) – Prima dell’apertura
Avantor (AVTR) è un fornitore globale di materiali, attrezzature e servizi essenziali per i settori delle scienze della vita, dell’industria e della tecnologia applicata.
Serve un’ampia base di clienti tra cui aziende farmaceutiche, laboratori e istituti di ricerca.
Il contesto post-pandemico ha visto un riassestamento della domanda, con una normalizzazione delle vendite legate ai test COVID e una maggiore attenzione alla redditività operativa.
Il mercato monitorerà con attenzione i margini e l’andamento della domanda nei segmenti legati alla bioproduzione, oltre a eventuali aggiornamenti sulla riduzione del debito e sull’efficienza della supply chain.
Colgate Palmolive (CL) – Prima dell’apertura
Colgate-Palmolive (CL) è un gigante globale dei beni di consumo, noto soprattutto per i prodotti per l’igiene orale, ma attivo anche nei settori della cura personale, della casa e degli animali domestici.
L’azienda opera in un contesto competitivo dominato da player come Procter & Gamble e Unilever, con particolare attenzione ai mercati emergenti dove registra tassi di crescita più sostenuti.
Gli investitori si concentreranno su volumi di vendita, pricing power e margini operativi, in un contesto di costi delle materie prime in lieve discesa.
Saranno rilevanti anche gli aggiornamenti sull’evoluzione dei brand premium e digitali, nonché sull’impatto valutario nei mercati internazionali.