Ho deciso di condividere un fatto spiacevole che mi è capitato quest’anno.
In questa mail non troverai pubblicità di corsi, servizi da comprare, offerte irrinunciabili da cogliere al volo: soltanto la cronaca di un evento.
Nonostante io faccia trading ormai da quasi vent’anni, e abbia ad oggi individuato metodologie che mi permettono di guadagnare con una certa costanza, ogni tanto investo un po’ di denaro nell’acquisto di servizi di trading di terzi.
Potrai chiederti perché un trader che opera sistematicamente in modo profittevole possa pensare di comprare servizi di altri trader.
In realtà lo considero normale: da tempo mi sono specializzato sulle opzioni, e all’interno della branca delle opzioni mi sono specializzato in poche strategie semplici, che applico sistematicamente con un certo rigore.
Il campo di gioco è troppo vasto.
Ci sono troppi strumenti finanziari interessanti, ci sono troppe strategie applicabili su ciascuno di essi.
Ci vuole troppo tempo per diventare veramente esperti in qualcosa, e il costo-opportunità di ogni nuova tecnica, ogni nuovo mercato, ogni nuovo strumento, comincia a diventare troppo sfavorevole per me.
Vuoi perché non mi occupo di solo trading e quindi non ho così tanto tempo da dedicare allo studio di tecniche nuove, e soprattutto di mercati e strumenti nuovi.
Vuoi perché mi fido sempre poco degli strumenti di backtest disponibili in commercio, soprattutto nel campo delle opzioni, e quindi qualsiasi mio studio di mercato – che faccio rigorosamente a mano – richiede tanto tempo, e la massima attenzione per non commettere errori computazionali.
Ultimo, ma non meno importante, con grande umiltà penso che anche le mie stesse tecniche, tanto specializzate e frutto di tanti studi, possano essere migliorabili.
Quindi mi guardo sempre intorno, in cerca di stimoli intellettuali e di possibili spunti di riflessione.
Ci sono in giro siti che hanno un’aria veramente professionale, e dopo un po’ che li segui tendi a cominciare a fidarti di ciò che ti propongono.
Ed è così che ho buttato 500 dollari dalla finestra.
All’inizio, in realtà.
Poi sono diventati circa 3000.
Ma non è quello il problema.
Certo, mi ha infastidito.
Ma non tanto il quanto: piuttosto il come.
All’inizio del 2021 mi arriva una newsletter, con una interessante promozione su un servizio di segnali operativi in opzioni da un certo sito che seguo e apprezzo ormai da diversi anni.
Un servizio da 1500 dollari mi viene offerto in promozione a poco meno di 500$.
Una cosa mi irretisce in particolare: la strategia proposta consta nell’acquisto di opzioni call su azioni statunitensi; opzioni con scadenze a medio termine, dai 3 ai 7-8 mesi; massimo un trade alla settimana, holding period solitamente intorno a 3-4 settimane, ma in alcuni casi sporadici si può arrivare a 2-3 mesi.
Per un venditore indefesso come me, un possibile servizio valido che sfrutti acquisti di opzioni è una ghiotta opportunità di diversificazione, quindi decido di provarci.
C’è un’altra particolarità che mi attrae in modo particolare: il sito dichiara una percent profitable del 77% nel 2020.
Se parlassimo di vendite allo scoperto, un 77% di success rate non basterebbe a incuriosirmi, perché sappiamo bene tutti quale possa essere il rapporto tra vincita media e perdita media per i venditori allo scoperto di opzioni (io sono uno di quelli e conosco molto bene queste dinamiche).
Ma qui stiamo parlando di una strategia di acquisto di opzioni.
E il 77% di percentuale di profitti per una strategia che si basa su acquisti di opzioni, quindi su un trading sostanzialmente direzionale, è sicuramente degno di nota.
Di nuovo, decido di approfittare della promozione, e compro il servizio.
Dopo tre mesi traccio il primo bilancio, e i numeri non tornano.
Quando una operazione va bene, arriva l’ordine di chiusura quasi subito.
Si prendono profitti di 50-100$, su esposizioni massime di 1000$.
E questo sembra veramente ottimo: sono operazioni di breve termine, con profitti del 5-10% a botta.
Pochi segnali da seguire, quindi un servizio facile da replicare; altro punto a suo favore.
Ma c’è un però: le operazioni che non vanno per il verso giusto vengono praticamente dimenticate.
I proverbiali “cadaveri in portafoglio“.
Mai un commento, mai una mail in cui si rassicura il cliente, spiegandogli che il prezzo non è andato nella direzione sperata ma che si confida che nei giorni successivi possa riprendersi, o qualcosa del genere.
Nada.
Ad un certo punto, in portafoglio ho sei posizioni in sofferenza ormai, e parliamo di sofferenze da 4-500$ di media.
Una, in particolare, è sotto di quasi il 70%.
Un giorno arriva una segnalazione di chiudere una delle posizioni in stop loss.
Perdo 480$, vanificando i risultati positivi di alcune operazioni chiuse in utile, e andando anche in negativo.
Cose che capitano, non gli do tanto peso.
Le altre cinque posizioni restano aperte, ma presto mi rendo conto che stanno andando incontro ad un inesorabile destino: la perdita integrale del premio pagato.
Arrivano altri due segnali, e decido di ignorarli.
Faccio bene, perché andrei presto in forte perdita anche su quelli.
Mando una mail al CEO del sito, ma ovviamente mi risponde un tutor.
Mi lamento della strategia, delle posizioni perdenti lasciate andare al loro destino senza una parola di spiegazione o di commento.
Dico che mi rendo conto che tre mesi sono pochi per poter valutare correttamente il servizio, ma esprimo alcuni dubbi sulla metodologia applicata.
Nello specifico rivolgo una domanda precisa: “perché comprate opzioni, se poi operate con rapporti di ritorno su rischio simili a quelli dei venditori allo scoperto? Non sarebbe meglio vendere put allo scoperto, che almeno, se vi sbagliate, potete farvi assegnare sul titolo e poi gestirlo, senza contare che un rimbalzo che riportasse il prezzo su livelli simili a quelli iniziali permetterebbe comunque di guadagnare?”
Mi dice che effettivamente la strategia ha subito una frenata temporanea, ma che confidano nella sua capacità di tornare ad essere profittevole.
Cioè…
Non mi risponde.
Non risponde alla domanda più importante, che non è una domanda tendenziosa o provocatoria: è la domanda di un addetto ai lavori, che cerca di capire le logiche di scelte che appaiono incomprensibili.
Nessuna risposta, ma al suo posto arriva una proposta: vuoi provare un altro servizio (senza ulteriori ricarichi nei tuoi confronti)?
Se le banane erano avariate, perché non provi un kiwi?
Sarei tentato di declinare, per vedere come va a finire durante il resto dell’anno, ma preferisco abbandonare un servizio che secondo me non va da nessuna parte, nella speranza di sfruttarne uno migliore, che mi permetta di recuperare almeno in parte le perdite subite, che a quel momento assommano a circa 2500$, oltre al costo pagato per il servizio.
Chiedo quindi lo switch sul servizio di vendita allo scoperto di opzioni settimanali, un terreno sul quale (sebbene in modo diverso) già mi muovo in autonomia, a dire il vero, ma magari imparo qualcosa di nuovo, e integro la mia operatività con qualcosa di leggermente diverso.
Nel frattempo chiudo in perdita le posizioni residue, che ho parzialmente recuperato (ma c’è ancora parecchia strada da fare) mediante vendite allo scoperto di put sugli affondi più marcati dei prezzi.
Questa volta però decido di seguire i segnali senza operare davvero, almeno per qualche settimana, per vedere come va, su quali logiche si muovano, se siano coerenti, se le operazioni per me abbiano un senso o meno…
E così cominciano ad arrivarmi segnali settimanali di vendita allo scoperto di put su azioni americane.
Tutte operazioni su put deep out of the money, con profitti medi di 15$ lordi l’una a dire molto.
Passano diverse settimane, e la storia non cambia.
Arrivano 3-4 segnali al mese, vendite allo scoperto di put con strike fino agli 80$ circa, con premi tra 0.1 e 0.2$ ogni volta.
In tre mesi mai una perdita, quindi sembra tutto molto bello, ma la somma di tutti i premi incassati fa ben… 150$.
LORDI!
Il servizio in promozione costa 500$, a prezzo pieno 1500$.
E così faccio due conti, poi scrivo di nuovo al tutor.
Ma questa volta non sono diplomatico.
Riporto il testo integrale della mia mail (in italiano):
Salve (omissis),
sto seguendo i vostri segnali della strategia di vendita di put settimanali su azioni, questa volta solo su carta, così da poter valutare in modo appropriato il vostro servizio prima di esporre il mio denaro a rischi ulteriori.
La strategia che state usando mi sembra completamente folle.
Assumete esposizioni di diverse migliaia di dollari ogni volta con la speranza di incassare 10-15$ lordi. Ci credo che il vostro win rate sia molto alto, ma qual è l’average trade? Sono curioso, perché il win rate non è sufficiente per valutare correttamente una strategia di trading, e sono pronto a scommettere che lo sappiate perfettamente. Qual è la perdita media? La peggior perdita storica? Quanti trade ci sono voluti per recuperarla?
Nulla di tutto ciò è riportato nella vostra documentazione.
Facciamo due conti: il costo pieno del servizio annuale è 1500$.
Siamo ottimisti, e supponiamo che il profitto medio settimanale sia 50$ (per ora è molto più basso, ma siamo ottimisti): ci vogliono 30 operazioni vincenti (cioè 30 settimane) solo per rientrare del costo del servizio, senza contare spese operative e tasse. Diciamo che un singolo trade perdente causi una perdita di dieci volte il profitto medio (scommetto che in realtà è molto peggio di così). Come potete sperare di far guadagnare i vostri clienti nel lungo termine?
Io sono molto scettico.
Secondo te mi hanno risposto?
Domanda retorica…