Soffri anche tu della sindrome dell’over-trading?

Perdere il controllo

C’è stato un periodo della mia vita di trader in cui, guardandomi indietro, posso dire senza alcun dubbio che avevo veramente perso il controllo.

Facevo trading su diversi strumenti, in particolare opzioni e futures.

E su diversi mercati.

Seguivo diversi futures sui cambi valutari, il futures sull’oro, quello sul petrolio, quelli su Ftse Mib (era lo SPMIB40 in realtà a quel tempo), Dax ed Eurostoxx, il Bund e il Bobl.

Qualche volta anche il T-Bond americano.

Davo anche una occhiata qua e là al Silver e al Natural gas, ma solo ogni tanto.

In ambito opzioni facevo solo MIBO (opzioni sull’indice italiano, ndr, per chi non le conoscesse).

Lavoravo da solo, chiuso nella mansarda di casa mia.

Spesso al buio.

Non uscivo praticamente mai.

A stento mi vestivo in modo decente.

Spesso nemmeno mi vestivo: rimanevo in pigiama per tutto il giorno.

Oppure mi mettevo addosso una tuta da ginnastica.

Mi facevo la barba solo ogni tanto.

A malapena facevo conversazione con i miei familiari.

Non avevo orari per i pasti.

Dormivo poco, perché i mercati erano aperti 23 ore al giorno e non potevo rischiare di perdere occasioni interessanti proprio mentre dormivo!

Non staccavo mai gli occhi dai monitor se non per estrema necessità.

Usavo un computer portatile e uno fisso.

Riuscivo ad aprire due sessioni della stessa piattaforma, quindi avevo lo stesso conto aperto su due computer diversi.

Non operavo poi tantissimo, a dire il vero: facevo una ventina di operazioni al giorno, in media

Niente di esagerato, in effetti.

Ma non staccavo mai.

Con la testa ero sempre lì, anche nei rari momenti in cui mi allontanavo dal pc.

A tutti gli effetti ero mercati-dipendente.

Non mi interessava nient’altro.

E mi divertivo.

O almeno ne ero convinto…

Mi ero convinto che quello che facevo mi desse gusto.

Il saldo del conto oscillava di qualche centinaio di euro al giorno, qualche volta in positivo, qualche volta in negativo.

Ma a conti fatti non ricavavo profitti sufficienti a giustificare il fatto che non avevo più una vita normale.

Chi guadagnava tanto ogni giorno era il mio broker.

Io ottenevo profitti che però non ripagavano assolutamente in misura proporzionale il carico di lavoro fisico e mentale cui mi sottoponevo da solo.

Masochismo puro, a voler chiamare le cose col loro nome!

Così ho deciso di smettere?

No!

Proprio il contrario!

Ho decretato che non ero abbastanza dotato a livello tecnologico, perché facevo oggettivamente fatica a seguire tutti quei mercati con gli strumenti a mia disposizione.

Così sono andato a comprare un nuovo computer fisso, con una scheda grafica multi-monitor.

E mi sono fatto una scrivania nuova, più grande.

Ci ho piazzato su il portatile e il nuovo fisso, con quattro monitor.

Così mi bastava spostare lo sguardo da un monitor all’altro per avere tutto il mondo sotto controllo.

Non dovevo più saltare da un desk all’altro in continuazione per poter monitorare tutto.

Finalmente tutto nel mio pieno controllo!

E quindi giù operazioni su operazioni.

In mezzo a tutto questo ho anche vissuto alcune situazioni paradossali…

Te ne racconto una che ti farà morire dal ridere.

Ora fa ridere anche me, ripensandoci, ma in quel momento ho riso poco.

Un breve aneddoto

Ero diventato papà (per la prima volta) circa un annetto prima.

La mia frugoletta una mattina era a casa dal nido perché non stava bene.

Gattonava in giro per casa e passando davanti al gruppo di continuità che avevo installato per non rischiare di trovarmi sganciato dal mondo all’improvviso in caso di un calo di tensione elettrica fu incuriosita dalla luce rossa dell’interruttore principale.

E lo spense…

Black out improvviso.

Tutti i monitor neri.

Niente più grafici, niente più book.

Panico.

Un panico talmente forte da sovrastare completamente l’incazzatura.

E riaccendi i computer, e fagli fare lo scandisk per individuare e curare eventuali danni ai dischi rigidi.

Dieci minuti passati.

E venti minuti passati.

Trenta, e quaranta.

Finalmente tutto torna sugli schermi.

Nessun danno è stato fatto, per fortuna, nessuna occasione d’oro è sfumata.

Resta solo la consapevolezza.

Di essere a tutti gli effetti drogato.

Di essere talmente assuefatto a quel tipo di vita da non riuscire a sganciarmi.

Fuori controllo: questo descrive bene il problema.

Nessun controllo sulle mie giornate, sulle mie attività, sui rapporti con gli altri.

Non ti dirò che ho svoltato quel giorno lì.

Perché comunque quel tipo di problema non lo risolvi dalla sera alla mattina.

Intanto avevo preso consapevolezza di avere un problema.

Quello sì.

E, come si suol dire, maturare la consapevolezza di avere un problema è il primo passo per risolverlo.

Trading profittevole e rilassato in opzioni

In effetti da lì è partito il mio percorso.

Era la fine del 2007.

E in tutto questo ho avuto una grande fortuna.

Anzi, grandissima.

Ho deciso di prendermi un anno sabbatico, che poi sono diventati due.

Perché in quell’anno sabbatico è successo il finimondo, causa Lehman Brothers.

E ho pensato bene che forse era meglio prolungare di un po’ la mia inattività sui mercati, intanto che studiavo.

Se avessi dovuto affrontare il crollo dei mercati perso in quello stato confusionale in cui mi trovavo prima di fermarmi…

Molto probabilmente non ne sarei uscito finanziariamente vivo.

In quello stesso anno ho deciso che l’unico modo di rallentare seriamente e riprendere il controllo era focalizzarmi esclusivamente sulle opzioni.

In effetti avevo sempre lavorato bene con le opzioni, fin dal lontano 2002.

Mi permettevano di fare posizionamenti che poi non toccavo più fino a scadenza, se non per qualche aggiustamento sporadico.

E mi sono trovato a chiedermi perché mai io avessi deciso di mettermi a fare trading anche sui futures.

Prodotti che in realtà non conoscevo.

Prodotti sui quali non avevo strategie valide.

Fondamentalmente il problema era che con il trading in opzioni mi annoiavo.

Così avevo deciso di mescolare un trading profittevole e rilassato con uno frenetico e altalenante.

Che più che altro era fonte di stress, di vita sregolata, di comportamenti asociali.

Proprio una bella idea!

Se potessi parlare al me stesso di dodici anni fa gli direi di provare a ragionare prima di fare una solenne cavolata.

Come minimo.

Dal giorno in cui mi sono fermato e ho ripreso il controllo ho modificato radicalmente il mio approccio.

Nel frattempo il mondo era pure cambiato e certe logiche operative sembravano non funzionare più.

Sto avendo lo stesso problema anche oggi, a dire il vero, in certi ambiti: il crollo verticale della volatilità ha reso quasi inefficaci alcune mie strategie, costringendomi a spostarmi quasi completamente su altre.

Ma di questo ti parlerò in un altro articolo, altrimenti finisco per divagare troppo.

Nessuna strategia è valida sempre

Mondo cambiato, dunque, tornando al discorso.

C’è voluto tempo per trovare un metodo di lavoro efficace in questo nuovo contesto.

Mi sono dovuto mettere al tavolo di progettazione e studiare per capire come modificare il mio approccio per adattarlo alle mutate condizioni di mercato.

Questo è un lavoro che purtroppo ci tocca fare periodicamente, perché per quanto ci sforziamo di creare strategie valide per ogni stagione ci sono sempre dei mutamenti di mercato che ci costringono a tornare sui nostri passi.

Nessuna strategia è valida sempre.

Questo lo sappiamo tutti.

Il problema è essere pronti a cambiare metodo quando è il momento di farlo.

E soprattutto accorgersi per tempo che è ora di cambiare metodo.

Cosa non facile, a volte.

Può capitare di essere tanto convinti delle proprie idee da non accorgersi che smettono di essere applicabili.

Tutto questo mi ha portato qui a dove sono oggi, ad implementare una tipologia di trading completamente diversa da quella che applicavo anche solo dieci anni fa.

E a studiare tecniche di trading che possano resistere il più possibile ai colpi del tempo.

Sarà perché nel frattempo sono un po’ invecchiato.

Sarà che ho scoperto il piacere di essere padre.

In fondo il trading frenetico non fa per me.

Sono tornato alle origini.

A quel trading in opzioni che offre il giusto rendimento per il giusto sforzo.

E che mi lascia la serenità.

Occupa solo una frazione del mio tempo.

E mi permette di vivere meglio.

Se vuoi scoprire anche tu questo stile di trading puoi cominciare dai materiali di base che ho messo gratuitamente a tua disposizione.

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Buon lavoro.

Domenico